L'obiettivo è ambizioso: sfruttare l'energia che si sviluppa dal vulcano Marsili, vicino all'arcipelago delle Eolie. Il progetto è di una società marchigiana specializzata in ingegneria naturalistica, nel settore delle opere civili e delle infrastrutture, la Eurobuilding di Servigliano (Fermo) e si chiama 'Marsili Project'. Punta a utilizzare l'energia geotermica che si può sviluppare dal vulcano che si trova nelle profonde acque del mar Tirreno meridionale, lungo l'arco insulare Eoliano, a circa 180 chilometri a nord dell'arcipelago siciliano.
Un vulcano sottomarino, il più grande d'Europa: 60 chilometri di lunghezza, 20 chilometri di larghezza, un'altezza di 3.800 metri, con una sommità che sta a 400 metri sotto la superficie dell'acqua.
Un vulcano che ha ancora un'attività idrotermale, con una fuoriuscita, cioé, di liquidi e acqua ad alta temperatura, sui 300 gradi, e che, per queste sue caratteristiche, offre la possibilità di sviluppare un'alta entalpia, ossia la quantità di energia che un sistema termodinamico può scambiare con l'ambiente esterno.
La possibilità dello sfruttamento del vulcano per creare energia geotermica nasce dall'idea del professor Patrizio Signanini dell'Università 'Gabriele D'Annunzio' di Chieti, che ha trovato nella Eurobuilding un partner industriale interessato a svilupparla.
''Il progetto è partito nel 2006 - dice all'ADNKRONOS Diego Paltrinieri, geologo marino, direttore del 'Marsili Project' per la Eurobuilding - e, fin da subito, l'Eurobuilding è stata affiancata da un gruppo di ricerca composto dall'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dall'Istituto per la Geologia marina del Cnr-Ismar, dal Politecnico di Bari e dal Centro di ricerche sperimentali per le geotecnologie dell'Università di Chieti''.
Il 'Marsili Project', afferma Paltrinieri, ''è il primo esempio al mondo di valorizzazione di energia geotermica sottomarina. L'obiettivo è produrre energia elettrica sfruttando il campo geotermico formato dal più grande vulcano d'Europa. Quest'area, infatti, è una delle zone più ricche di giacimenti di fluidi geotermici al mondo. I numerosi vulcani presenti nel Tirreno meridionale, al largo delle coste siciliane, calabresi e campane, sono enormi sorgenti di calore''.
L'acqua marina, spiega Paltrinieri, ''che s'infiltra al loro interno, si surriscalda, può raggiungere temperature di 400 gradi centigradi e pressioni superiori a 200 bar, e acquista un potenziale calorifero che può essere trasformato in energia elettrica, paragonabile a quello generato dalle più grandi centrali geotermiche mondiali o ad impianti nucleari di media taglia''.
Il progetto, nel 2006, è stato presentato al ministero dello Sviluppo economico per ottenere un permesso di ricerca esclusivo per l'area, che è arrivato nel 2009. ''In questo momento -aggiunge Paltrinieri-, sta per partire la fase esplorativa, che prevede la costruzione, entro il 2013, di una prima piattaforma di trivellazione, con un pozzo pilota che dovrebbe arrivare ad una profondità di 800 metri per scendere all'interno del vulcano, fino a 2 chilometri della sua altezza''.
Il progetto prevede la costruzione, entro il 2015, di 4 piattaforme di estrazione per una produzione totale di circa 800-1.000 MegaWatt di energia geotermica, che sarà trasformata in energia elettrica, pari a 4,4 TWh, che potrà soddisfare i bisogni di consumo di una città delle dimensioni poco più grandi di Palermo, sui 700mila abitanti. L'investimento complessivo del 'Marsili Project' è di 2 miliardi di euro oltre ai 26 milioni di euro previsti per la fase esplorativa.
''La geotermia offshore - sottolinea Paltrinieri - è una reale ed importante risorsa energetica tutta italiana. Il vulcano Marsili può diventare la prima fonte di approvvigionamento di energia geotermica offshore della storia aprendo la strada ad un'energia nuova, pulita ed inesauribile''.
Il progetto rappresenta, secondo Paltrinieri, ''un prezioso contributo per una diversificazione del mix energetico italiano favorendo la crescita della produzione da fonti energetiche rinnovabili e l'abbattimento delle emissioni di gas serra in atmosfera''.
''Può contribuire, in maniera determinante, a raggiungere gli obiettivi 20-20-20 sul clima dell'Unione europea (-20% dei consumi da fonti primarie e di emissioni di gas climalteranti e +20% di energia da fonti rinnovabili ndr.), ed essere una valida alternativa all'energia nucleare, su cui la stessa Ue sta aprendo una riflessione'', conclude.
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