Miei cari fratelli, fedeli e cittadini, un cordiale saluto a tutti.
La Pasqua che ci apprestiamo a celebrare è il centro del mistero della fede cristiana. Dal Crocifisso risorto riceve nuova comprensione la storia e la vita dell’umanità. La risurrezione del Signore, ci ha ricordato Papa Benedetto XVI, “non è affatto un semplice ritorno alla nostra vita terrena; è invece la più grande ‘mutazione’ mai accaduta, il ‘salto’ decisivo verso una dimensione di vita profondamente nuova, l’ingresso in un ordine decisamente diverso, che riguarda anzitutto Gesù di Nazareth, ma con Lui anche noi, tutta la famiglia umana, la storia e l’intero universo”.
C’è un tarlo pericoloso e nocivo che corrode l’umanità, quello dell’egoismo personale e sociale. L’amore disordinato verso se stessi è la radice di tante sofferenze e di molti mali. Sono davanti a noi le drammatiche vicende dei Paesi nord-africani e medio-orientali: sconfinate distese di devastazione, fughe e morte. E’ di fronte a noi anche il volto dell’uomo sfigurato dall’esclusione sociale, dalla piaga della disoccupazione, originaria fonte di povertà di sempre più numerose famiglie, di tanti giovani che hanno perso la gioia di vivere; a motivo della mancanza di lavoro si diffondono malcontento, frustrazione, forme diverse di violenza, degrado economico e morale. Il valore del lavoro, infatti, prima che economico è antropologico; la sua mancanza o negazione si configura come vero affronto alla dignità della persona umana.
Siamo consapevoli di attraversare una crisi complessa e difficile che attenta alle strutture portanti della vita e dello sviluppo sociale. Ma, al di là del retorico lamento, non possiamo non denunciare che c’è bisogno di opportunità di lavoro e che la mancanza di occupazione è ormai una vera emergenza sociale, una piaga dalle conseguenze imprevedibili. Ascoltiamo quotidianamente, con viva preoccupazione, la drammatica situazione di numerosi giovani e di adulti senza lavoro, che rischiano di perderlo o che l’hanno già perduto, la sofferenza dei tanti precari, una situazione sempre più difficile e per molti aspetti esplosiva.
Rivolgo un accorato appello, in questo messaggio pasquale, alle forze politiche, imprenditoriali, sindacali, a tutti coloro che sono nelle condizioni di potere investire e fare qualcosa, perché intraprendano iniziative per creare occupazione e dare lavoro. La Città di Messina deve proseguire nel lodevole impegno di completamente delle infrastrutture e la riorganizzazione dei servizi per garantire qualità di vita ai cittadini e ai visitatori e offrire, allo stesso tempo, nuove opportunità di occupazione e di lavoro. Alla luce della Pasqua invito tutti a non cedere allo sconforto e alla rassegnazione paralizzante, ma a sperare, accogliendo con fiducia l’annuncio pasquale di questi giorni: “Cristo nostra speranza, è risorto!”.
E’ annuncio di liberazione dalla schiavitù del peccato e di tutto ciò che mortifica l’uomo, grido di vittoria sul male e sulla morte, trionfo della solidarietà divina sull’egoismo umano. La Pasqua che celebriamo, carissimi amici, è per la nostra salvezza. E’ proposta di salvezza per noi oggi, è invito a rimuovere dalla nostra vita “le strutture di peccato” frutto dell’egoismo e dell’orgoglio, a convertirci al Vangelo della fraternità, ad aprirci alla solidarietà, alla condivisione e all’accoglienza degli altri. Gesù Risorto, vivo e presente tra noi, ci chiede di operare per un avvenire nuovo, per una società rinnovata, per una umanità liberata, più fraterna e solidale. Operiamo sempre per rendere più serena e vivibile la vita di tutti.
Auguri cordiali e fraterni, di serenità e di pace, auguri per una Santa Pasqua
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