In questi giorni fervono le discussioni che vertono sul “cosa fare” per le prossime elezioni di fine maggio. Dopo anni si risente parlare e si leggono frasi come “larghe intese”, “scelte difficili e impopolari”, “il bene del Paese”, “bisogna uscire dalla grave contingenza negativa in cui versiamo”, tutte frasi condivisibili e che chiunque sottoscrive, da qualsiasi aria politica proviene, ma personalmente ho un modo di vedere e di pensare alla politica un po’ vecchio (dice qualche mio pseudo amico) e voglio illustrarvelo.
Come mai nessuno degli attuali assessori o esponenti della maggioranza ha rotto gli indugi e si è proposto al Paese per proseguire il lavoro intrapreso dal sindaco Mariano Bruno in questi undici anni?
Sono con lui, condividono le Sue scelte giorno per giorno, le sostengono nelle sedute del consiglio comunale, partecipano alle cerimonie ufficiali con sorrisi e abbracci? Perché? Forse nessuno di loro vuole raccogliere questa bella eredità? Perché i partiti che compongono la maggioranza sentono l’esigenza di cercare esponenti politici provenienti da altre aree, estranee alle loro? Io ho pensato che le primarie nel centro destra le dovevano fare i partiti del PDL, dell’MPA, del Faro. Governano insieme, hanno esponenti politici di primo piano, vice sindaco, presidenti del consiglio, assessori di fresca nomina (quanti negli ultimi due anni) assessori di lunga esperienza che da oltre cinque anni condividono l’esperienza del sindaco Bruno. Non credono nella Lipari Porto s.p.a, non credono nel Parco del Vulcani proposto dalla loro giunta, non credono nella “condivisione” del Piano di Gestione del sito Unisco approvato dalla loro giunta. Credo proprio di no,ed allora, occorre trovare un candidato “nuovo”, qualcuno che non sia della loro cerchia, una persona che non possa essere accusato di aver fatto parte della Giunta e della maggioranza Bruno. Mi ricordo una frase del Gattopardo a tale proposito: “se vogliamo che tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi” sembra una frase arcaica, ma riflette in maniera attuale, attualissima, il pensiero del centro destra. Proponiamo larghe intese, proponiamo la pacificazione del Paese, proponiamo facce e gente nuova, ma “noi”, che detiene il potere concreto in questo Paese, deve continuare a controllare e tirare le fila.
Io ho frequentato il ragioneria a Lipari, non il Liceo. Non ho mai fatto filosofia, ma prosaicamente studiato la ragioneria. La ragioneria è semplice, c’è il dare e l’avere, i costi ed i ricavi, l’utile e la perdita, ed alla fine i conti devono andare a pareggio.
Io penso che il centro destra, l’attuale maggioranza (PDL, MPA, Faro), l’attuale amministrazione, prima di lanciare, anche legittimamente, proposte di governo per i prossimi cinque anni , deve avere il coraggio, e se ritiene di aver operato nel bene, l’orgoglio di venire a raccontare al Paese quello che ha fatto, il resoconto del proprio operato, dimostrare che il Paese, attraverso il loro governo, è migliorato in questi dieci anni, rivendicare l’eredità del sindaco Bruno, riproporsi e non cercare di confondere le acque. Questo è uno dei lati della partita doppia.
Passiamo all’altra colonna. L’opposizione, coloro che in questi dieci anni, hanno via via formato e costituito l’opposizione: i DS, La margherita, confluiti nel PD ed in SEL, l’UDC, Nuovo Giorno, hanno il dovere di proporre al Paese un’alternativa. Un’alternativa non rancorosa, nessuno di noi pensa a vendette o ad occupazione di posti (i professionisti della politica stanno tutti nel centro destra, ci sono assessori, ex assessori e presidenti del consiglio che da dieci anni non conoscono la parola “lavoro”), ma fatta di programmi che propongano una visione alternativa a quella del centro destra e che non si può realizzare alleandosi con personale politico proveniente da quello schieramento.
Deve essere la credibilità del programma, la credibilità della squadra di governo (consiglio comunale e giunta), fatta da persone nuove, donne, giovani, da avvicinare seriamente alla politica, e la serietà del sindaco per garantire a tutto il Paese che le scelte (impopolari e dolorose che siano) saranno nell’interesse di tutti, eque e non condizionate da gruppi di potere, dalle lobby (che nel nostro Paese esistono), da chi in questo paese vive di rendita rispetto a chi non arriva a fine mese; a chi trova le porte sempre aperte e a chi deve guadagnarsi giorno per giorno le occasioni di lavoro. Come faranno gli elettori a distinguere? Soltanto attraverso un percorso democratico e trasparente possiamo “liberare” nuove energie, e creare un’ampia fiducia intorno alla figura del sindaco, un sindaco scelto dalle primarie, frutto di una investitura popolare, come a Milano, come a Lecce, come a Palermo ed in tantissime realtà nelle quali il PD è forza di governo. Le larghe intese si fanno con i cittadini, raccogliendo le loro istanze, comprendendo i loro bisogni, e non con questo o quel “caporale”, che millanta di avere 100/200 voti. Le primarie, se parliamo di primarie nel centro sinistra, non devono guardare a questo o quel gruppo, ma a dare voce alla gente, garantendo che la voce di ognuno pesa esattamente come quella dell’altro, che non c’è qualche amico più amico di altri. Io penso che un sindaco che fondi nella trasparenza, nella democrazia, nella partecipazione reale dei cittadini, che consideri gli eoliani cittadini e non sudditi, il proprio programma possa portare quella pacificazione nel Paese che tutti invocano ma che nessuno dice come abbiamo perduto e per responsabilità di chi.
La decisione di offrire al Paese una coalizione che nasca dalla più ampia partecipazione popolare, con il coinvolgimento dei tutti i partiti del Centro Sinistra e della società civile, deve prendere in considerazioni delle precise regole di partecipazione, che debbono essere condivise e non dettate da questo o da quel candidato secondo la tattica che ritiene più opportuna. I singoli partiti e i movimenti civili che chiedono di partecipare:
a) i partiti e le liste civile debbono sottoscrivere un impegno e richiamarsi ad un programma che veda al centro della discussione lo sviluppo eco-sostenibile del nostro territorio e l’impegno a lavorare per l’applicazione del Piano di Gestione del Sito Unesco. Dovranno esplicitamente impegnarsi a chiedere al Governo Nazionale che si riavvii il confronto con la comunità eoliana per l’istituzione del Parco Nazionale terrestre e marino delle Isole Eolie. Non aggiungo altro per non allungare oltremodo la lettura del documento.
b) i partiti e le liste civile debbono sottoscrivere un impegno che non candideranno personale politico proveniente dai partiti di maggioranza dell’attuale consiglio comunale né ex amministratori della Giunta Bruno, né dirigenti fiancheggiatori. La coalizione deve distinguersi nettamente da tutte le operazioni trasformistiche in atto nel nostro territorio. Soltanto con questa precisa differenziazione possiamo contraddistinguere il nostro progetto rispetto agli altri.
c) Le liste civile debbono accompagnare le loro proposte di candidatura con un numero minimo di firme (penso ad almeno cento firme) per evitare tentativi di “avventura” o di avvelenamento del nostro progetto.
L’alternativa a tutto ciò è una bella canzone coniata a Napoli nel 1943:
Basta che ce sta 'o sole,
ca c'é rimasto 'o mare,
'na nenna core a core,
'na canzone pe' cantá:
oggi a te, dimane a me!
chi ha avuto, ha avuto, ha avuto:
chi ha dato, ha dato, ha dato,
scurdammoce 'o passato,
simmo 'e Lipare, paisá.
Giuseppe La Greca
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