Salvatore Sarpi
Lipari
L'ATO 5 "Eolie per l'ambiente" (in liquidazione) e i comuni di Lipari e Santa Marina Salina sono finiti nel mirino della Procura della Repubblica di Barcellona. Questa, per quanto riguarda un periodo gestionale riferito al servizio della spazzatura, ha inviato sei informazioni di garanzia ai sindaci dei comuni di Lipari e Santa Marina Salina Mariano Bruno e Massimo Lo Schiavo, al dipendente con funzioni di responsabile amministrativo dell'ATO 5 "Eolie per l'ambiente" Mimmo Fonti, al procuratore della ditta Ecoseib di Giarratana, in provincia di Ragusa, Cirino Squadrito, originario di Nicolosi e da anni residente a Vulcano, all'amministrazione delegato della stessa azienda, Giuseppe Busso, originario di Giarratana e in atto residente a Varese e il direttore tecnico Ricca. Le informazioni di garanzia sono state firmate dal sostituto procuratore dott. Giorgio Nicola. Per tutti l'accusa è di concussione in concorso.
Per i soli rappresentanti dell'azienda, Squadrito, Busso e Ricca si aggiunge anche l'ipotesi di accusa di associazione a delinquere. Secondo il capo d'imputazione sarebbero state esercitate delle pressioni sulla ditta Ecoseib, che fino al prossimo 31 marzo in regime di proroga gestirà il servizio della spazzatura nell'attesa della gara già autorizzata dalla Regione siciliana, al fine di far assumere personale.
L'indagine, affidata al comando provinciale dell'Arma dei carabinieri, ha preso il via a seguito di un dettagliato esposto-denuncia che aveva nel mirino l'appalto valido per il periodo agosto-dicembre 2011 affidato, a seguito gara, alla Ecoseib, società ragusana. Lo stesso appalto, allo scadere, venne prorogato alla stessa ditta ragusana per l'importo di circa un milione e 200 mila euro. Proprio per aggiungere ulteriori tasselli alla vicenda, sulla quale i carabinieri lavorano da tempo ad ampio raggio, mercoledì scorso gli uffici liparesi dell'ATO Eolie, così come le sedi dei comuni di Lipari e Santa Marina Salina sono stati "visitati" da personale dell'Arma giunto da fuori Eolie che, supportati dai colleghi in servizio nelle isole, hanno proceduto a visionare documenti, a fotocopiarli, a controllare i computer anche dei dipendenti. Si è anche proceduto ad interrogare gli amministratori comunali e i rappresentanti dell'ATO 5 "Eolie per l'Ambiente". I carabinieri avrebbero proceduto anche a porre sotto sequestro una decina di computer in quanto si ritiene contenenti materiale utile ai fini delle indagini. L'episodio ha destato, ovviamente, un certo clamore nell'isola anche perché l'Ato eoliana è stata sempre considerata una delle società d'ambito virtuose, al punto che si era ipotizzata la sua non liquidazione. Il ragioniere Mimmo Fonti, direttore dell'ATO in liquidazione, da noi sentito telefonicamente, si è detto estremamente fiducioso sia su quello che è il lavoro della Magistratura e, nello stesso tempo, sereno del suo operato e di quanto fatto in tutti questi anni "in un settore dove ci siamo trovati ad agire tra non poche difficoltà di ordine economico, riuscendo alla fine sempre a fare quadrare i conti e fornendo un servizio ottimale". Gli indagati sono rappresentati dall'avvocato Fabrizio Formica. Il ragioniere Fonti anche dall'avvocato Romeo Palamara. Ma su tutta la vicenda sono previsti ulteriori clamorosi sviluppi.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.