Salvatore Sarpi
Lipari
Non c'è davvero pace per la sanità a Lipari, ridotta sempre più ai minimi termini per una questione meramente contabile ma che non tiene assolutamente in conto che si vive e si opera in un'isola e, dove in assenza di una struttura sanitaria all'altezza della situazione, ogni evento diventa un rischio.
L'ultimo episodio in ordine di tempo, che dovrebbe fare riflettere sia l'assessore Russo che il commissario Poli sulla sanità alle Eolie e sul diritto per i cittadini ed i turisti alla vita e ad essere degnamente assistiti, è accaduto ieri quando per Antonio Barbera, 58 anni, dipendente dello stesso nosocomio, colto da infarto, si è reso necessario, dopo le prime preziose cure prestategli dai sanitari liparesi, il trasferimento in elicottero all'ospedale di Patti.
Sin qui nulla di strano se si considera che ormai i "viaggi in elicottero" per gli eoliani sofferenti sono diventati praticamente routine. Il problema si è posto subito dopo l'arrivo dell'elicottero del 118. Caricato il paziente a bordo il velivolo, intorno alle 12,15, ha provato a sollevarsi ma senza fortuna ed è stato costretto a riatterrare sull'elipista dell'ospedale a causa di un problema tecnico. Paziente riportato in ospedale e tutti in febbrile attesa (parenti con il cuore in gola) di sapere cosa accadrà.
Nel frattempo le condizioni di Barbera sembrano peggiorare seppure leggermente. Da elogiare, in questo frangente, il lavoro dei medici "superstiti" in forza all'ospedale. Alle 15 e 45 (210 minuti dopo il primo tentativo di trasferimento), finalmente, arriva un elicottero da Caltanissetta. Effettuate le operazioni di routine si parte alla volta di Patti.
Le condizioni di Barbera sono sensibilmente migliorate. Grande soddisfazione per questo ma non ci si può esimere dal chiedersi cosa sarebbe accaduto se la situazione fosse precipitata? Se a doversi imbarcarsi sull'elicottero doveva essere una donna incinta che aveva bisogno di un intervento urgente salva-vita e tanti altri casi-estremi che è inutile stare ad elencare cosa sarebbe accaduto? Avremmo dovuto piangere l'ennesimo morto? Perché non dimentichiamolo quanto accaduto ieri, segue il tragico evento dei giorni scorsi quando un feto di 8 mesi ha perso la vita. E al di là delle giustificazioni che parlano di madre salvata grazie all'elisoccorso, forse, anzi senza forse, quel bimbo si sarebbe potuto salvare se i "soloni della sanità" non avessero deciso di chiudere a Lipari il reparto di ostetricia e ginecologia per il numero di parti limitati e per l'assenza dei necessari requisiti di sicurezza. Dimenticando che in questo ospedale sono nati centinaia e centinaia di eoliani e che per aumentare la sicurezza per madri e nascituri la strada non era tagliare ma dotare il presidio di quanto necessario.
Ma a Lipari, purtroppo accade questo, mentre è ormai realtà la nuova mastodontica struttura ospedaliera, il "contenitore" si svuota delle professionalità, riducendo il presidio in poco più di un pronto soccorso. A nulla sono servite proteste( con relative garanzie di rivedere il tutto). Ieri, come accade ormai da tempo, la famiglia di Antonio in attesa dell'elicottero che si alzasse in volo, null'altro ha potuto che affidarsi a Dio o al protettore San Bartolo.
Salvatore Sarpi
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