Con animo profondamente amareggiato sono costretto a scrivere questa nota nell’estremo tentativo di sensibilizzare interlocutori istituzionali sul progressivo smantellamento dell’assistenza sanitaria nel territorio delle Isole Eolie e all’Ospedale di Lipari, da anni da noi denunciato nella generale insensibilità e che di recente ha assunto aspetti di vero e proprio allarme sociale dalle conseguenze imprevedibili.
L’ultimo episodio, in ordine di tempo, avvenuto presso il Nosocomio liparese lo scorso 8 marzo, in cui ha perso la vita un feto di otto mesi e ha rischiato di perderla una gestante di 29 anni, costituisce un evento ampiamente previsto e che speriamo, non debba più ripetersi.
Da più tempo abbiamo gridato che proseguendo su questa dissennata politica di tagli indiscriminati che non tutela neppure le più elementari esigenze di salute della nostra comunità ci sarebbe scappato il morto, e così è stato. Ma non siamo per nulla rinfrancati da mistificanti interpretazioni da parte di autorevoli esponenti del Governo Regionale a cui fortunatamente non crede più nessuno o da provvedimenti di solerte sospensione di presunti colpevoli, che potrebbero dare l’impressione (errata s’intende) di volere ad ogni costo sbattere il mostro in prima pagina e invece distogliere la generale attenzione dal reale motivo che è alla base di tali criticità, riconducibile alla protervia con cui si vuole proseguire e portare avanti una politica sanitaria miope, non rispettosa della salvaguardia dei livelli essenziali di assistenza previsti dalla legge, anche se camuffata da vecchie, logore, scopiazzate logiche manageriali, fra l’altro neppure adattate alle singole realtà.
Ci domandiamo se quel piccolo feto incolpevole sarebbe morto se ci fosse stata più attenzione nella programmazione gestionale dell’emergenza ostetrico-ginecologica all’Ospedale di Lipari, attraverso un razionale impiego di risorse umane e strumentali da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale, ma sappiamo che forse la nostra domanda non troverà mai risposta.
Ci domandiamo se i nostri bambini disabili debbano assistere impassibili al progressivo peggioramento della loro disabilità senza poter contare sul Centro di Riabilitazione di Canneto, ma sappiamo che forse la nostra domanda non troverà mai risposta.
Il piccolo Presidio ospedaliero di Lipari, in atto, costituisce l’unica struttura di ricovero per i 13.000 residenti delle Isole Eolie, e durante la stagione estiva per diverse centinaia di migliaia di visitatori.
In esso vi è un Pronto Soccorso con tutti i servizi di emergenza correlati (radiologia con TAC, Laboratorio analisi, Anestesia e Rianimazione), i servizi di emodialisi (14 dializzati in terapia sostitutiva cronica e decine di villeggianti nella stagione estiva), camera iperbarica e due aree indistinte di degenza: area medica (con dieci posti letto) e area chirurgica (con otto posti letto).
Tali aree di degenza consentono ai cittadini residenti di rivolgersi ad una struttura di ricovero per quelle patologie complesse non trattabili a domicilio, ma non così particolarmente complesse da dover essere trattate in ospedali più attrezzati e con maggiori possibilità diagnostiche terapeutiche esistenti in terraferma, per le quali è previsto il trasferimento tramite elisoccorso.
Non vi è, per esempio, alcun motivo perché dei cittadini affetti da broncopolmonite, da cirrosi epatica, da ictus ischemico, da scompenso cardiaco, non debbano essere trattate nel nostro ospedale, anziché sobbarcarsi disagevoli e costosi soggiorni negli ospedali della terraferma, sempre che lì si trovino con relativa facilità posti letto liberi per poterli accogliere.
Tra l’altro l’ospedale di Lipari è già penalizzato dalla soppressione del punto nascita e per la carenza di locali separati e personale dedicato per la degenza pediatrica che in dispregio ai livelli essenziali di assistenza costringono le nostre gestanti a partorire altrove e i nostri bambini a doversi curare spesso al di fuori del nostro ospedale. Per gestanti e bambini notevoli sono i sacrifici morali ed economici.
E’ proprio questo il punto più dolente che desidero sottoporLe –
Accreditate e riservate fonti della Regione Sicilia e dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina ci informano che è pronto per essere emanato dal Commissario Straordinario di Messina, Dr. Poli, un atto aziendale che di fatto sopprimerà la degenza ordinaria presso l’ospedale di Lipari, limitandola a quella in MCAU –Medicina e Chirurgia di accettazione e d’urgenza(solo quindi per un massimo di 72 ore) e obbligando a trasferire in altri nosocomi la degenza ordinaria.
Ove, malauguratamente, questo piano dovesse essere portato a compimento, non sarà difficile prevedere nel nostro territorio una vera e propria devastazione sociale che potrebbe assumere rilievi di ordine pubblico, essendo in ipotizzabile che i nostri concittadini, i numerosi villeggianti, i nostri dializzati che incorressero in patologie intercorrenti, siano tutti trasferiti al di fuori dell’isola di Lipari, senza valida motivazione.
L’ospedale di Lipari, pur con le difficoltà imposte dalla limitatezza di risorse umane e strumentali in dotazione, ha costituito e costituisce un punto di riferimento solido per la popolazione che vi afferisce, supplendo alle oggettive carenze di risorse umane e strumentali in dotazione, con un supplemento di disponibilità dei suoi operatori.
Mantenere i punti nascita, la pediatria e le piccole aree di degenza medica e chirurgica costituisce per la popolazione residente l’unica certezza di poter continuare a vivere con relativa tranquillità in queste isole e potere continuare a ospitare i visitatori. Toglierci anche questo, significa levarci anche la speranza e, pertanto, alla luce delle superiori considerazioni, si chiede di volere spendere il Suo autorevole intervento a favore della popolazione residente che Le sarà grata ma più di che noi Le sarà grato il Signore per quello che avrà fatto per questo lembo isolato e ininfluente di territorio che accorato e indifeso Le chiede aiuto.
Mariano Bruno (sindaco)
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