Fermo il rispetto più
profondo per le difficoltà di chi ha subito dei danni e aldilà della necessità
di alzare il "tono" del lamento per ricevere maggiori fondi pubblici
per la "calamità" che ha colpito Lipari, è il caso di parlare di
"isola in ginocchio" o di accostare i fatti di ieri alle alluvioni,
davvero catastrofiche, che hanno causato morti in altre parti d'Italia?
Certamente quanto
accaduto è eccezionale per Lipari, ma non ci deve far perdere la misura delle
parole ed il controllo delle reazioni.
Qualche volta certi
esagerati sensazionalismi risultano dannosi (la stagione turistica non è
finita) ed alimentano la patologica "ossessione della congiura" ai
danni delle Eolie, ormai perpetrata, secondo una corrente di pensiero
maggioritaria, anche dagli organi di stampa che non darebbero il giusto risalto
al fatto accaduto.
La nostra capacità di
dimensionare le "sventure" è tarata sui fenomeni che riguardano il
nostro piccolo e sereno mondo isolano, dunque relativa ed inevitabilmente
tendente all'esagerazione.
A ben guardare i
fatti non ci sono state vittime ed i danni materiali (tranne qualche sfortunato
privato a cui va la mia solidarietà) non sono certo da apocalisse.
In ultimo, prima di
invocare, stizziti, aiuto e attenzione esterni, teniamo bene a mente che molti
dei danni subiti ieri hanno come causa la (nostra) scellerata gestione del
territorio.
N.B. Chiaramente
spero, come tutti, si riescano ad ottenere fondi quantitativamente significativi
per le difficoltà di chi ha subito danni, ma auspico vivamente che si trovino
risorse da destinare alla messa in sicurezza del territorio.
CORDIALMENTE
LUCA CHIOFALO
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