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lunedì 31 marzo 2014

Come erano le Eolie...e gli eoliani

Quest'oggi vogliamo dedicare questo spazio ad un figlio di queste isole che, nella sua vita, attraverso tutta una serie di opere si è distinto, tenendo alto il nome dell'arcipelago, della sua Lipari in particolare.
Ai molti, Nino (Antonino) Famularo risulterà sconosciuto... così, come dobbiamo ammettere, lo era sino ad ieri a noi.
Eppure sconosciuto non lo è, al punto che la Treccani (non un enciclopedia qualsiasi), nel Dizionario biografico degli italiani, gli dedica un notevole spazio.
Nell'ottica che anima questo nostro lavoro e questa rubrica, dopo averlo scoperto "per caso", vogliamo raccontare di quest'uomo agli eoliani e a chi ci segue.
Per la cronaca abbiamo anche scoperto che, tempo fa, attraverso la prof. Caterina Conti era stata avanzata al comune di Lipari una richiesta per intitolargli una strada, una piazza, un qualcosa che lo ricordasse ai posteri. Richiesta rimasta senza risposta.
Ecco chi era Nino Famularo (da Treccani.it):
Nacque il 1° maggio 1898 a Lipari in provincia di Messina, da Giuseppe ed Aurelia Rodriguez. Frequentò a Messina l'istituto tecnico e vi conseguì il relativo diploma. Nel 1916 sposò Giuliana Ipavic, dalla quale ebbe due figli: Antonio e Aurelia. Nel 1917, chiamato alle armi, frequentò il corso allievi ufficiali alla R. Accademia militare di Torino. Partecipò, come tenente del genio nel settore delle comunicazioni, al primo conflitto mondiale e fu insignito di diverse decorazioni, tra le quali la croce al merito di guerra. Nel 1921 conseguì la laurea in ingegneria industriale nell'università di Palermo e l'anno successivo in scienze fisiche e matematiche nell'università di Messina. Nel 1923, vincitore di concorso bandito dal ministero delle Finanze, fu assegnato all'Ufficio tecnico erariale di Trieste, del quale, più tardi, assunse la direzione. A Trieste svolse anche attività sindacale e organizzò il primo congresso degli ingegneri e architetti delle Tre Venezie.
Dal 1925 iniziò una intensa attività di ricerca nel campo dell'estimo civile, rurale e catastale, i cui risultati furono pubblicati su diversi periodici scientifici (Ingegneria, Il Politecnico, Rivista del catasto e dei servizi tecnici erariali). Nel 1942 conseguì la libera docenza in estimo rurale e contabilità, della quale, cinque anni dopo, ottenne la conferma definitiva; nel 1943 fu nominato ispettore generale nell'ambito della Direzione del catasto e dei servizi tecnici erariali. Dall'anno accademico 1943-44 ottenne l'incarico d'insegnamento dell'estimo civile e rurale nella facoltà di ingegneria dell'università di Roma. Nel 1945 pubblicò a Roma le Lezioni di estimo civile e rurale, nelle quali condensava i risultati delle sue numerose ricerche e sottolineava la necessità di rinnovamento della metodologia estimativa.
Infatti in quegli anni molti trattatisti di estimo si attardavano ancora ad elaborare schemi di matematica finanziaria, ritenendo che ciò fosse, se non l'esclusivo, certamente uno dei fini prevalenti cui doveva tendere l'estimo. A. Serpieri, E. Marenghi, G. Medici ed il F. (che vanno considerati come i maggiori esponenti della moderna scuola estimativa italiana) osservavano che ciò era una utopia, perché l'estimo, insegnando a formulare e motivare giudizi di valore, non poteva pervenire a risultati matematicamente esatti, ma più o meno probabili, in rapporto alla maggiore sensibilità del perito a cogliere e a sintetizzare la mutevole realtà del mercato (cfr. in proposito E. Marenghi, Lezioni di estimo, Milano 1925, e G. Medici, Perizie e pareri, Bologna 1948).
Nel 1947 il F. pubblicò a Bologna, un volume su La stima dei fabbricati, con una seconda edizione nel 1959, opportunamente ampliata, per tener conto delle vicende del valore delle aree fabbricabili della sopravvenuta attivazione del nuovo catasto edilizio urbano e di alcuni provvedimenti di natura fiscale.
L'opera s'inquadrava nel processo di revisione critica dei principi fondamentali dell'estimo che, come si è detto prima, era allora in pieno svolgimento e al quale partecipava attivamente, insieme col Serpieri e col Medici, anche il F.; essa inoltre veniva a colmare un vuoto, mancando nella nostra letteratura un'opera organica e moderna di estimo edilizio.
Tra il 1957 e il 1958 pubblicò sulla rivista Genio rurale quattro saggi su L'indennità di espropriazione per la costruzione di strade ed autostrade, che successivamente riuniva e pubblicava in un volumetto, con lo stesso titolo (Bologna 1958). In esso il F. analizzava il "contenuto della formula espropriativa, della legge 21 maggio 1955, mettendo in evidenza le deroghe rispetto al sistema della legge del 1865, le cautele che gli espropriati devono prendere per un'efficace tutela dei loro diritti, la modalità e i criteri per l'impugnazione delle stime, determinatrici delle indennità di espropriazione" (Genio rurale, XXI [1958], p. 9).Nel 1960 pubblicò a Torino il trattato su Teoria e pratica delle stime, nel quale condensava i suoi contributi originali alla impostazione metodologica della moderna teoria estimale e, nel contempo, esponeva l'applicazione di quest'ultima ad alcuni casi concreti di valutazione, che nella sua lunga attività di perito era stato incaricato di risolvere.
Nel 1968 elaborava il capitolo sull'estimo generale per il Manuale dell'agronomo, edito a Roma, e l'anno successivo, esaurita la prima edizione, pubblicava a Torino la seconda, opportunamente riveduta, del trattato su Teoria e pratica delle stime. Nel 1971 redasse la voce Stima per il Nuovissimo Digesto italiano (Torino 1971).
Con decreto del presidente della Repubblica del 30 apr. 1976 gli venne conferito il diploma di benemerenza della pubblica finanza con medaglia d'argento; il 17 luglio dello stesso anno moriva a Roma e veniva seppellito a Lipari.
Oltre alle opere citate, il F. pubblicò nell'arco di mezzo secolo numerosi saggi di elevato contenuto scientifico, dei quali ricordiamo: Una svolta decisiva nell'estimo catastale, in Riv. del catasto e dei servizi tecnici erar., VII (1940), 1, pp. 26-47; Valutazione delle aziende agricole per l'imposta ordinaria sul patrimonio, capitalizzazione dei redditi, scopi e valutazione nei bilanci aziendali, in Riv. di estimo agrario e genio rurale, VI (1941), 7, pp. 299-333; Ancora sul concetto di dipendenza del valore dallo scopo della stima, in Riv. del catasto, IX (1942), 2, pp. 141-158; Della variabilità del valore con lo scopo della stima e di un possibile sesto criterio di stima, ibid., X (1943), 3, pp. 239-245; La terra e l'imposta, in Riv. di economia agraria, I (1946), 2, pp. 135-160; Tariffe d'estimo, minimi quadrati e costi congiunti dei prodotti agricoli, in Riv. di estimo agrario e genio rurale, XI (1948), 2, pp. 79-87; La stima dei costi dei singoli prodotti agricoli, l'azienda ordinaria e quella tipica, in Riv. del catasto..., n.s., V (1950), 2, pp. 126-132; La capitalizzazione dei redditi, metodo e non criterio di stima, ibid., n.s., VII (1952), I, pp. 24-28; L'indennità per servitù di elettrodotto, in L'Italia agricola, XCIV (1957), 2, pp. 99-108; Il catasto italiano dei terreni, in Riv. del catasto..., n. s., XIII (1958), I, pp. 5-22; La stima dei frutti pendenti, ibid., 5, pp. 300 ss.; Il catasto probatorio, ibid., 2-3, pp. 129-138; Sull'autonomia ed il contenuto dell'estimo, ibid., n.s., XIV (1959), 2, pp. 108-130; Economia agraria ed estimo vecchio e nuovo, ibid., 4, pp. 235-253; Prescrizioni edilizie e valore degli immobili urbani, ibid., n.s., XV (1960), 4, pp. 275-305; Sulla valutazione del diritto di sopraelevazione, ibid., n. s., XVI (1961), 2, pp. 115-121; Ricordo di Serpieri, ibid., n. s., XVIII (1963), 1-2-3, pp. 7-61; Sulla preannunciata nuova legislazione urbanistica, ibid., n. s., XIX (1964), 2, pp. 59 s.; 3, pp. 88 s.; 4, pp. 121-129; 5, p. 165; Sull'esame estimativo della legge 17 ag. 1942, n. 1150, in Riv. del catasto…, n. s., XXIV (1969), 4-6, pp. 118 ss.; Programmazione e catasto, in La Bonifica integrale, XXIV (1970), 1-2, pp. 15-23; Ancora sulla valutazione del diritto di sopraelevazione, in Riv. del catasto..., n. s., XXVI (1971), 1-2-3, pp. 21-26; Ancora "sui limiti scientifici dell'estimo e le provocazioni di un albero", in Genio rurale, XXXVII (1974), 7-8, pp. 19-25.Fonti e Bibl.: L. Einaudi, La terra e l'imposta, Torino 1942, pp. 213, 266; A. Serpieri, Nuovi contributi alla teoria delle stime, in Riv. di estimo agrario e genio rurale, IX (1946), I, pp. 3-12; F. Malacarne, Costo, utilità e prezzo quali grandezze la cui misura monetaria può essere oggetto di stima, in Riv. del catasto e dei servizi tecnici erariali, n. s., IX (1954), 6, pp. 448-464; E. Di Cocco, L'indennità per servitù di elettrodotto, Bologna 1963, pp. 3 s.; C. Forte, Elementi di estimo urbano, Milano 1968, pp. XIII-XVI; I. Michieli, Estimo, Bologna 1969, pp. 260, 273 s.; G. Lo Bianco, Bibliografia italiana dell'estimo, Roma 1969, pp. 29-35; G. Medici, Principi di estimo, Bologna 1972, pp. 10 ss.; L. Fusco Girard, L'evoluzione della logica estimativa, Napoli 1974, pp. 64, 79 s.; C. Forte, Ricordo di un maestro, in Genio rurale, XXXIX (1976), n. 11-12, pp. 77 s.; Id., N. F. e l'evoluzione dell'estimo, in Riv. del catasto..., n. s., XXX (1976), pp. 68-71; F. Malacarne, Lineamenti di teoria del giudizio di stima, Bologna 1977, pp. 18, 20 s.; G. Lo Bianco, Estimo, Milano 1981, I, pp. 7 ss.