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venerdì 4 aprile 2014

Esco o non esco dall’Unesco? ...o dell’apparente dilemma dell’amministrazione Giorgianni (di Pietro Lo Cascio)

Mi risulta che, dopo l’incontro indetto dalla Fondazione Unesco a Catania qualche mese fa, qualcosa si stia muovendo – timidamente – all’interno della macchina comunale. Si tratta di voci di corridoio, naturalmente, ma sembrerebbe che l’assessore De Luca stia spingendo in una direzione inesplorata, ovvero – dopo quattordici lunghi anni di latitanza – quella di definire un possibile ente gestore del Sito Unesco Isole Eolie. Senza ente gestore, è ovvio, il prestigioso e sudato riconoscimento conferito all’arcipelago resta lettera morta, così come il piano di gestione approvato dalla Regione Siciliana (ma curiosamente “bocciato” dal Comune di Lipari) nell’ormai lontano 2008. L’assessore in questione rappresenta il PD, partito che non ha mai fatto mistero di condividere la scelta strategica – e le opportunità che ne deriverebbero, se a questa seguisse finalmente una sua piena attuazione – di una nostra presenza nella World Heritage List; del resto, sarebbe assai singolare che proprio il PD smentisca l’operato dell’ex-sindaco Giacomantonio, che oggi milita in questo partito e che tanto ha fatto per ottenere questo riconoscimento.
 La polifonica amministrazione Giorgianni, tuttavia, comprende anche altre parti politiche. Una di queste – la travagliata lista civica “articolo uno” – si è recentemente espressa con uno strano comunicato, uno di quelli che si scrivono quando non si ha ben chiaro di cosa si stia parlando e nemmeno perché lo si stia facendo, ma – ogni tanto – bisogna pur dire qualcosa. Non me ne voglia il segretario cittadino, che ha firmato il comunicato, ma definire l’inclusione nella World Heritage List una “convenzione” si commenta da sé, così come il problema dei trasporti – che non c’entra nulla con la questione del Sito Unesco. E arrivare a pensare a un referendum come soluzione per i problemi occupazionali che affliggono la nostra comunità, beh, è un simpatico modo di gettare fumo negli occhi. Chi l’ha scritto crede veramente che con un referendum riapriamo le cave di pomice (chiuse dalla magistratura per escavazione abusiva) e sistemiamo tutto, o si limita a un grossolano esercizio di demagogia? Anche i dipendenti ex-Pumex sanno perfettamente di essere stati merce di scambio di vergognosi giochetti clientelari, e che se ancora oggi permangono nell’incertezza, ciò dipende non solo dall’assenza di reali volontà politiche, ma anche dall’uso spregiudicato dei voti loro e dei loro familiari che una certa politica ha fatto (ricordiamoci la letterina pre-elettorale del sindaco Bruno, la Biosfera dell’assessore Formica, e tante altre splendide invenzioni che prendevano forma ad ogni appuntamento, che fosse amministrativo, provinciale, regionale, nazionale), piuttosto che dal fatto che l’Unesco abbia ritenuto le Eolie meritevoli di essere incluse tra i 1000 luoghi più importanti del mondo.
 Tirando le somme, da una parte abbiamo il PD che cerca di capire da che parte si comincia per costituire un ente gestore, dall’altra una lista civica che, presa da un singulto di “bruniana” memoria, inneggia al referendum popolare per abrogare la sciagurata “convenzione”. Come finirà? È arduo da stabilire. Probabilmente, non succederà nulla. È una vecchia, saggia, prosaica tradizione democristiana: se sussistono incertezze sulla direzione da imboccare, non si va da nessuna parte. Infatti, a quasi due anni di distanza dall’insediamento dell’amministrazione Giorgianni, nulla di nuovo si è registrato in materia: né enti gestori, né referendum abrogativi. Attenzione: non è che non si sia tentato di sollevare la questione, ma le risposte ottenute sono state alquanto evasive. A maggio scorso, per esempio, l’argomento del Piano di Gestione e dell’ente gestore – su proposta della Sinistra – era stato portato in consiglio. In tale occasione, il sindaco aveva affermato che quest’ultimo sarebbe stato definito in autunno. Mi pento di non avere chiesto a quale autunno si riferisse, però.
 Si potrebbe dunque pensare che la classe politica di questo paese sia più efficiente nel risolvere i problemi logistici del carnevale o nell’organizzare la festa del santo patrono, piuttosto che nel misurarsi con una scommessa di grande respiro sul nostro futuro. Ma potrebbe trattarsi di una percezione errata: in realtà, il problema può dipendere dal fatto che i buoi tirano in direzioni opposte, e il carro è in fase di stallo. E allora, buona sosta a tutti.
 Pietro Lo Cascio
consigliere comunale de La Sinistra

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