(di Gianluca Veneroso) Chiesa vuol dire soprattutto abbraccio di una comunità intorno a un credo comune, fusione di più anime in un’unica, arcana…. prodigiosa spiritualità superiore!
Ebbene, proprio questa simbiosi, perfetta ed esemplare, “che significar per verba non si poria” (Dante), aleggiava oggi pomeriggio presso la Basilica di San Cristoforo di Canneto, sede ospitante l’ordinazione diaconale di un suo figlio eletto: Bartolo Saltalamacchia.
Alla presenza di centinaia di fedeli (eoliani e non), del clero isolano, di una nutrita rappresentanza di seminaristi e giovani prelati convenuti da Messina e da Roma, di familiari e amici, il giovane 26enne ha proferito il suo atteso “Eccomi !”, denso di trepidazione e fermezza, al cospetto di Monsignor Calogero La Piana.
A dispetto dell’implacabile tramontana aprilina, nelle due ore e mezza (18:00/20:30) in cui la funzione si è svolta, si è respirato un calore palpabile e condiviso, animato da una solennità raccolta e ossequiosa, mai distante e rarefatta. In un’epoca tutta MATERIA e VELOCITÀ, le parole del Vangelo e dell’omelia ci hanno restituito una sana lezione all’insegna dello SPIRITO e della RIFLESSIONE, offrendoci di Bartolo (e dei giovani che – “con” e come “lui” – imboccano la strada del Signore) un’immagine edificante, spesso poco considerata: eroi coraggiosi, capaci di sottrarsi alla seduzione dell’avere per donarsi con tutto il loro essere al mondo!
Ecco come abbiamo visto e sentito oggi questo fratello dallo sguardo radioso: non il religioso che parte, all’alba, solo e silente, per la vigna del Padre, ma l’Eoliano che ritorna nella propria terra per proclamare la sua scelta al cospetto di chi, nel tempo, ne è stato fautore e testimone! In tal senso, il diaconato di Bartolo è stato punto di arrivo dell’intera comunità convenuta. Un passo corale che alle spalle del singolo vanta la traccia indelebile di più orme: quella discreta, ma decisiva, di Don Gennaro, “compater et praeceptor” assennato, l’impronta recente, ma non meno profonda, di Padre Lillo, gli umili sandali di rettori, padri spirituali, compagni di studio e seminario…i solchi ben sedimentati da una famiglia che ha sempre camminato al suo fianco, accogliendo con amorevolezza estrema i saliscendi di un percorso duro, ma votato alla luce. E queste tracce Bartolo è stato in grado, col dono magistrale della parola, di ripercorrerle tutte nel suo intervento conclusivo, regalandoci accenti di commozione che solo un cuore umile e illuminato sa dispensare. Insomma: un ECCOMI in cui è riecheggiato un accorato ECCOCI!
Belle e intrise di affetto le parole del sindaco Giorgianni, ben attento a sottolineare l’orgoglio collettivo che tale ordinazione comporta, rendendoci tutti – e ciascuno – partecipi di un traguardo che, da diversi anni, non omaggiava Lipari.
La partecipazione della comunità cannetara è risultata decisiva per la giusta risonanza dell’evento: dal coro, che ha conferito un innegabile valore aggiunto alla celebrazione, a quanti si sono spesi per l’allestimento del munifico buffet tenutosi tra il sagrato e la sala parrocchiale, in serata.
Una nota di colore a questo splendido affresco di fede e umanità l’hanno conferita i 50 e più giovani sacerdoti, diaconi (o in attesa di ordinazione) presenti alla cerimonia. La loro contagiosa allegria e il brioso trasporto palesato nei confronti dell’ amato fratello mettono in mostra quella faccia di Mater Ecclesia che più ci alletta: la letizia dei Suoi pastori! Certi e fiduciosi del notevole contributo che a tale letizia apporterà il caro Bartolo, non possiamo che rivolgergli i nostri più sentiti auguri.
Che il suo diaconato sia preludio di una vita sacerdotale in cui l’entusiasmo e lo zelo maturino e si confermino ovunque e comunque.
Auguri, Bartolo!
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