Riceviamo e pubblichiamo:
Gentilissimo direttore,
sono una ragazza residente a Lipari, lettrice del suo notiziario on line.
Vorrei utilizzare questo mezzo per mandare un messaggio di aiuto,a chi competente, per i nostri amici animali, definiti randagi.
Due sere fa, ho trovato un piccolo cucciolo di cane davanti al mio cancello, infreddolito e affamato.
L'ho accolto in casa, gli ho dato da mangiare e dormire come fosse mio.
La mattina seguente, dopo essermi accertata che il cane era un randagio, ho chiesto aiuto in quanto non potevo adottarlo, ma nessuno ha saputo darmi risposta; così,delusa dalle risposte ricevute, sono ritornata a casa a prendermi cura del nuovo arrivato.
"Un canile a lipari non c'e' " : mi e' stato riferito...purtroppo e' questa la dura realta'.. sono a centinaia i randagi che vagano per le nostre vie, affamati e senza un rifugio".
Vista la situazione,ci ho pensato e ripensato e ho deciso di tenere il cucciolo con me, l'ho chiamato Simba.
Sono molte le leggi a favore degli animali, ma perche' soprattutto al sud non vengono applicate?
Poi si parla di branchi pericolosi, di malattie; quando succede qualcosa di eclatante e di veramente spiacevole si comincia a puntare il dito verso quelle povere bestie costrette a vivere in condizioni pessime.
Perche' nel nostro comune si contianuano a progettare ville e alberghi e non una struttura adeguata per i randagi?
Con queste poche righe,nel mio piccolo, invito chi di competenza, a riflettere su questa problematica che ci riguarda piu' di quanto possiamo immaginare.
Simba ha trovato una casa,ma purtroppo non e' così per tutti.
Noemi Virgona
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