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giovedì 9 dicembre 2010

VIETATO NASCERE A LIPARI di Aldo Natoli

(Aldo Natoli) In questi giorni l’attenzione di tutti è rivolta a tre problemi di grande importanza: la realizzazione del megaporto, la messa in sicurezza della banchina di Sottomonastero e l’istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie. Tre avvenimenti che potevano trovare una giusta soluzione se accompagnati dal buon senso e da un chiaro dibattito tra le varie Istituzioni ed i cittadini per giungere a delle soluzioni “partecipate” e non a conflitti tra Amministrazione, Consiglieri comunali e cittadini, con il risultato di “scantonare” e darla vinta a coloro che a Roma ed a Palermo hanno deciso di impoverire le Eolie per svenderle a personaggi già noti. Così facendo si rischia che:il megaporto verrà realizzato anche se distruggerà le due Marine e l’economia dell’isola; la messa in sicurezza di Sottomonastero verrà eseguita anche se comprometterà gli ormeggi delle navi e metterà in pericolo le abitazioni prospicienti; il Parco, bene o male che sia, verrà istituito ignorando ogni suggerimento e protesta. Tutto si compirà come deciso a Roma ed a Palermo, e come condiviso dall’Amministrazione Comunale dal momento che si ostina a non ascoltare i deliberati del Consiglio Comunale, i suggerimenti degli esperti, la voce sovrana dei cittadini. Tutto questo gran da fare, questa guerra tra poveri, ha fatto perdere di mira un altro “scippo” posto in essere dai nostri Governanti a danno degli eoliani: la graduale estinzione dell’Ospedale Civile di Lipari ridotto ormai a centro prenotazioni per il “viaggio della speranza”, semprechè esistono posti liberi negli altri nosocomi. Poco importa se l’attesa spesso significa morire; se sono stati spesi dei bei soldini per costruire nuovi padiglioni che speriamo vengano trasformati in alloggi per le famiglie bisognose; se l’utilizzo degli elicotteri ha un determinato costo; se le professionalità mediche esistenti debbono impoverirsi giorno dopo giorno. Ma la notizia raccapricciante di questi giorni, che mortifica tutti noi cittadini, è che non è più garantito alle gestanti di partorire nell’Ospedale di Lipari per la mancanza di apposite attrezzature e reparti in caso di necessità. Chi decide di partorire a Lipari deve farlo a proprio rischio e pericolo. Questo oltre ad incidere psicologicamente ed economicamente sulle famiglie contribuirà a modificare la storia demografica del nostro Paese. Non ci saranno più nati a Lipari. Cosichè i figli dei nostri figli saranno originari di Milazzo, Patti e Messina. Il silenzio fino ad oggi da parte delle varie Istituzioni locali su questa ulteriore imposizione della Regione Siciliana è inquietante e significativo. Tutti tacciono. Quindi tutti accettano. E, per noi cittadini addio eolianità. I servizi di un Ospedale al quale fanno riferimento gli abitanti di sette isole non può valutarsi in base al numero di ricoveri, o nel caso specifico delle nascite che non debbono essere sotto la soglia dei mille annui. A mio giudizio dovremmo tutti provare vergogna accettando in silenzio questo ulteriore sopruso. Naturalmente la vergogna deve essere maggiore per le Istituzioni locali che ci rappresentano, e soprattutto per i Parlamentari nazionali e regionali che sono stati votati nelle nostre isole. Ma nuove elezioni, dicono, sono prossime!

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