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martedì 15 febbraio 2011

Attività dell'Arma a Messina e provincia


Comunicato Stampa del 15 febbraio 2011

Compagnia di Patti
Risolto nella notte dai Carabinieri della Compagnia di Patti il caso del grave atto incendiario ai danni del Comune di Montagnareale avvenuto appena 24 ore fa.
Sono stati fermati poiché gravemente indiziati dei delitti di incendio e danneggiamento CRIFO’ Roberto, nato a Patti (Me), il 22/09/1992, residente a Montagnareale, celibe, disoccupato, con procedimenti penali a carico per altre vicende, e DE LUCA Cristian Camilo, nato a Villavicencio (Colombia) il 24.05.1990, residente a Montagnareale, Via Leone nr.3, celibe, disoccupato.
Già dalle prime battute le indagini avevano preso la pista dell’atto vandalico, della bravata di cui ragazzi turbolenti si erano resi responsabili senza forse nemmeno rendersi conto della gravità dei reati commessi.
Nella notte tra domenica e lunedì, come emerso dagli accertamenti effettuati dai militari dell’Arma, erano stati incendiati dapprima dei cassonetti dell’immondizia e poi i piromani erano passati all’opera devastando gli uffici del palazzo comunale. Anche alcune fioriere poste nel centro del paese erano state ribaltate. Tutti indizi che hanno portato dritti dritti gli investigatori sui due fermati, che tra l’altro erano stati notati sul posto proprio al momento dell’incendio in evidente stato di ebbrezza.
Alcune versioni contrastanti fornite dai due ai Carabinieri nell’immediatezza dei fatti e la circostanza che proprio loro due avevano per primi chiamato i soccorsi, probabilmente una volta accortisi che la situazione stava loro sfuggendo di mano, hanno convinto gli uomini della Stazione e del Nucleo Operativo di Patti a stringere i tempi. Convocati in caserma nella tarda serata di ieri e sottoposti a lungo interrogatorio, i due ragazzi non hanno retto la pressione psicologica ed hanno confessato il delitto.
Entrambi, hanno ricostruito meticolosamente e con dovizia di particolari tutte le tappe che li hanno portati a commettere quei gravi delitti, che avevano turbato un’intera comunità.
Le versioni dei due, benché sentiti separatamente, sono state pressoché coincidenti anche nei particolari ed è arrivata dunque la conferma che stavano dicendo la verità. Hanno ammesso di aver fatto tutto perché ubriachi, quasi per gioco. Dopo aver passato un’intera domenica a bere prima vino e poi grappa sino all’una di notte, con i freni inibitori oramai annullati, sono passati all’opera ed hanno incendiato i tre cassonetti in paese, introducendosi successivamente all’interno del palazzo comunale, messo a soqquadro, ed appiccando il fuoco ai documenti nella stanza del Sindaco ed in altri uffici adiacenti. Quella che forse inizialmente voleva essere una bravata si è trasformata in tragedia, poiché le fiamme si sono estese all’arredo degli uffici, alle apparecchiature elettroniche sino a raggiungere il tetto in legno che è stato seriamente danneggiato.
Il fumo e la fuliggine provenienti dal rogo hanno comunque deteriorato l’intero piano del palazzo.
I due fermati sono stati condotti dai Carabinieri al carcere di Gazzi, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che li interrogherà nei prossimi giorni.

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