Via libera della maggioranza di governo, con precedenza assoluta, alla legge elettorale per gli enti locali. Prima del bilancio e della finanziaria dovranno, inoltre, essere approvate la legge sul commercio e quella sulla semplificazione. Questa la decisione dei rappresentanti della coalizione di maggioranza, incontratisi ieri con il presidente della Regione Raffaele Lombardo per una verifica del programma, così come martedì aveva chiesto il capogruppo dell'Udc Giulia Adamo a conclusione della seduta di Sala d'Ercole, subito dopo aver votato per il rinvio in commissione della legge sulla trasparenza.
È stato anche stabilito che ogni martedì mattina il presidente della Regione incontrerà i capigruppo della maggioranza per fare il punto sullo stato d'attuazione del programma e, contemporaneamente decidere eventuali nuove iniziative.
«Ci riuniremo ogni settimana – ha spiegato la Adamo – per decidere la strategia comune, altrimenti rischiamo di essere inefficaci. Dobbiamo superare le contrapposizioni che non portano a nulla. Il Pd ha posto la questione della legge elettorale. Visti i tempi, si rischia di non discuterla in tempo utile per le prossime scadenze. C'è un fondo di verità».
Motivo per cui è stato stabilito che il disegno di legge debba essere approvato con priorità assoluta. L'accordo, sostanzialmente i linea con quanto già deciso dalla commissione di merito, prevede la scheda unica, ma con l'obbligo di esprimere la preferenza sia per il sindaco sia per il consigliere, l'incompatibilità fra carica di assessore comunale o provinciale e consigliere, la metà dei componenti delle giunte può essere scelta nel consiglio, e la possibilità di sfiduciare il sindaco anche con un referendum popolare su richiesta di un terzo dei votanti. alla consultazione elettorale, ma solo dopo almeno 24 mesi dall'elezione. Non dovrebbe esserci, invece, al contrario di quanto chiede il Pd, la preferenza di genere.
«Sono contrarissima – ha affermato Adamo – alla riserva dei posti. Il problema oggi è dato dal fatto che la politica resta chiusaa al mondo esterno: abbiamo bisogno di candidature di rottura e non di personaggi, donne o uomini, organici al sistema. Con la riserva arriverebbero donne organiche al nostro pessimo sistema politico. Vogliamo milioni di Santanchè?».
All'Ars, intanto, su proposta del presidente della commissione Affari istituzionali Riccardo Minardo, è stato bocciato il passaggio all'esame degli articoli del disegno di legge-voto del pidiellino Giovanni Barbagallo, che si è detto favorevole alla richiesta di Minardo e ha votato anche lui contro il passaggio all'esame degli articoli. Dopo il voto di ieri sera, il disegno di legge, che era già stato bocciato dalla commissione, sarà recuperato e, soprattutto, integrato, visto che si tratta di una riforma costituzionale, per cui, dopo l'Ars, il provvedimento dovrà essere preso in esame dalla Camera e dal Senato ed è stato ritenuto più opportuno, quindi, che la proposta di riforma non fosse limitata alla sola riduzione del numero dei deputati da 90 a 70, ma si proponesse l'adeguamento e la modernizzazione di altre norme statutarie ritenute obsolete.
Nel corso del dibattito, il vice capogruppo del Mpa D'Agostino ha proposto l'eliminazione del cosiddetto "listino", in modo da salvare le rappresentanze delle province minori. L'Ars tornerà a riunirsi martedì prossimo.
A margine dei lavori d'aula si sono riuniti i deputati di Forza del Sud, il movimento politico creato dal sottosegretario Gianfranco Micciché, che hanno eletto capogruppo l'on. Titti Bufardeci, in sostituzione del dimissionario Cateno De Luca. «Ringrazio i colleghi parlamentari – ha dichiarato l'on. Bufardeci, che in passato aveva ricoperto la carica di capogruppo di Forza Italia all'Ars – che mi hanno eletto. Eserciterò il mandato nell'esclusivo interesse della Sicilia, ovvero indirizzando l'azione del gruppo di Forza del Sud verso una netta e intransigente opposizione al governo dei tecnici' che verrà ricordato come l'esecutivo più paralizzato e paralizzante della storia della Sicilia».
Da parte del gruppo del Pdl, invece, è stata presentata alla stampa la mozione di sfiducia e censura nei confronti dell'assessore alla Salute Massimo Russo perché «non è stato in grado di portare a compimento la riforma del sistema sanitario, né relativamente ai suoi contenuti tecnico-amministrativi, né relativamente agli aspetti programmatico – politici della stessa».
Infine, il deputato Giuseppe Buzzanca (Pdl) ha chiesto alla Presidenza dell'Ars di intervenire nei confronti dell'assessore massimo Russo che ad un atto ispettivo, prerogativa di un parlamentare, ha risposto rinviando all'ufficio relazioni con il pubblico. Santi Formica, vice presidente dell'Ars, ha annunciato che la Presidenza invierà una nota a Russo invitandolo a rispettare il diritto all'attività ispettiva dei parlamentari.
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