di Riccardo Bocca
Intimidazioni, aggressioni, denunce. L'isola si divide per il progetto di un hotel. Destinato ai meeting dell'alta finanza e contestato dai verdi.
Lo sbancamento di una collina per realizzare una villa. I carabinieri arrivano alle sei di pomeriggio. Salina a quest'ora è un'isola di pace profonda, attraversata dal vento morbido e da gruppetti di turisti che rientrano dopo la giornata al mare. Soltanto Pippo Cafarella, nella sua estrema magrezza, si agita davanti ai due militari. "Venite a vedere...", dice. E li precede verso il patio di casa: che non è un villino qualunque, ma quello rosa e famoso dove nel 1994 è stato girato "Il postino", ultimo film con Massimo Troisi prima della morte.
"La chiave non riesce a entrare nel lucchetto dell'ingresso", mostra Cafarella, "ci sono tracce di colla...". Che non è un segnale rassicurante, in Sicilia. Anzi: è il tipico sistema con cui la mafia minaccia i negozianti, quando s'azzardano a non pagare il pizzo. "L'ennesima intimidazione", scuote la testa Cafarella, "l'ennesima conferma che qualcosa di anomalo sta accadendo alle Eolie".
Difficile smentirlo. Da qualche tempo, Salina patisce un faticoso intreccio di appetiti edilizi e polemiche amministrative, episodi di violenza e battaglie ambientaliste. "I 27 chilometri quadrati dell'isola sono patrimonio dell'Unesco", ricorda l'avvocato di Legambiente Corrado Giuliano, "e per giunta rientrano in una riserva naturale". Ma nonostante queste cautele, può succedere anche l'incredibile. Basta fermarsi a Pollara, nel comune di Malfa, la frazione più selvaggia dell'isola dove si trovano la spiaggia e la casa del "Postino", per rendersene conto.
"Vede la meravigliosa discesa a mare di tufo?", dice un residente: "E' stata assalita a colpi di martello pneumatico per costruire comodi gradini". E l'autore materiale di questo gesto, come ammette lui stesso, è una figura cruciale nelle attuali vicende di Salina: Ernesto Dimitri Salonia, classe 1941. Avvocato ufficialmente in pensione nato a Pace del Mela, in provincia di Messina. Un uomo dall'aspetto eccentrico - barba e capelli bianchi e lunghi, camicia hawaiana con bretelle in vista - che racconta le sue verità tra effluvi di sorrisi e cortesie: "Abbiamo un controllo significativo sul territorio", ammette accanto all'amico e socio Giovanni Tomasello, 44 anni, presentatosi come "esperto di finanza a 360 gradi". E mentre gioca con il piccolo coltello che ciondola da un passante dei pantaloni, aggiunge che il suo sincero obiettivo è contrastare "gli speculatori, coloro che vogliono rovinare lo splendido patrimonio dell'isola".
"Vede la meravigliosa discesa a mare di tufo?", dice un residente: "E' stata assalita a colpi di martello pneumatico per costruire comodi gradini". E l'autore materiale di questo gesto, come ammette lui stesso, è una figura cruciale nelle attuali vicende di Salina: Ernesto Dimitri Salonia, classe 1941. Avvocato ufficialmente in pensione nato a Pace del Mela, in provincia di Messina. Un uomo dall'aspetto eccentrico - barba e capelli bianchi e lunghi, camicia hawaiana con bretelle in vista - che racconta le sue verità tra effluvi di sorrisi e cortesie: "Abbiamo un controllo significativo sul territorio", ammette accanto all'amico e socio Giovanni Tomasello, 44 anni, presentatosi come "esperto di finanza a 360 gradi". E mentre gioca con il piccolo coltello che ciondola da un passante dei pantaloni, aggiunge che il suo sincero obiettivo è contrastare "gli speculatori, coloro che vogliono rovinare lo splendido patrimonio dell'isola".
Frasi condivisibili, ma che non bastano a convincere Simona Calì Cocuzza, fotoreporter catanese con villetta di famiglia a Pollara. Da lei, a maggio e luglio 2010, sono partite due denunce che riguardano proprio Salonia, il quale avrebbe fatto costruire muretti a secco simulando "l'esistenza di vecchi ruderi", indispensabili per richiedere "l'approvazione di progetti da edificare" (nelle cosiddette "fasce di rispetto", infatti, è possibile solo ristrutturare edifici esistenti senza alterarne i volumi, ndr.). L'avvocato, da parte sua, nega tutto. Di più: s'indigna, catalogando simili accuse come la ripicca di chi "viene in vacanza a Salina e si sente padrone". Ma resta il fatto che, effettivamente, Salonia e i suoi soci hanno presentato con la srl Sosipolis un progetto edilizio su Pollara da un milione di euro (stima dello stesso Salonia, ndr.), appunto nell'area segnalata dalla fotoreporter. E nonostante siano arrivate le autorizzazioni della Forestale e della Soprintendenza di Messina, i particolari del piano "lasciano molto perplessi", per sintetizzare la consistente preoccupazione degli ambientalisti siciliani.
L'idea, c'è scritto nei documenti, sarebbe quella di realizzare sotto il romantico titolo de "I giardini dell'Eden rubati agli dei" "un sistema integrato, attraverso la creazione di ricettività turistica e l'offerta di una rete di servizi a carattere ambientale e naturalistico". Parole che si traducono, in concreto, nella prospettiva di costruire "una residenza turistico-alberghiera a quattro stelle", un "sentiero pedonale a vocazione naturalistica", una "fattoria didattica" per studenti, un "ricovero da circa 1.300 metri quadrati per asini grigi siciliani" su uno dei "terreni agricoli dell'azienda Salonia", laboratori vari, nonché una suggestiva "casa delle farfalle".
Speculazioni. E il mare cancella la spiaggia di Troisi. L'erosione costiera ha cancellato la spiaggia resa celebre in una scena del film 'Il postino'. E il resto dell'isola è minacciato dagli appetiti degli speculatori. Come dimostrano alcuni episodi inquetanti
Non è soltanto il caso dei "Giardini dell'Eden", ad agitare Salina. Altre tre storie creano tensione sull'isola, e due di queste sono sempre a sfondo edilizio.
La prima, ai confini dell'incredibile, riguarda quattro proprietari di case che hanno denunciato il tentativo di espropriare le loro abitazioni in un vortice di false compravendite con la presunta complicità di notai compiacenti. "Appena arrivata sulle scale di casa", scrive per esempio Rosanna Castrianni alla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), "sorprendo due uomini che avevano appena tagliato con grosse tenaglie i lucchetti posti a chiusura dell'immobile...".
Più o meno la stessa atmosfera che si respira nelle denunce degli altri proprietari, allibiti per l'aggressione fisica e legale alle proprie villette. E mentre queste sventure già animano i tribunali, un'altra storia salinota ci riporta al paradiso di Pollara, dove Legambiente ha fatto ricorso al Tar per l'avvio in aprile di "lavori di sbancamento per la realizzazione di un manufatto edilizio, in palese violazione di legge, del piano paesistico vigente e del piano di gestione Unesco".
In sostanza, accanto a dove sarebbero previsti i "Giardini dell'Eden rubati agli dei", si è partiti con la costruzione di "cinque unità abitative e tre garage interrati", a fronte della demolizione "di un immobile a un solo piano" e "altri due modestissimi immobili in stato di ruderi". Lo scorso 21 luglio, il tribunale amministrativo ha accolto la domanda di sospensiva cautelare presentata dagli ambientalisti, ma ha anche imposto a Legambiente l'obbligo di versare 100 mila euro come "idonea cauzione a favore dei controinteressati (cioè i costruttori, ndr.)". Una decisione "inaccettabile", contesta l'avvocato di Legambiente Corrado Giuliano, "con la quale si vorrebbe costringere la nostra associazione a versare una cifra enorme per difendere il patrimonio ambientale comune". Non a caso, aggiunge Giuliano, "abbiamo subito presentato ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa della Regione Sicilia.
E non è ancora finita. In questo circo di polemiche, gli ambientalisti guardano con preoccupazione al terzo e imbarazzante problema di Salina, così sintetizzato dal sindaco di Malfa, Salvatore Longhitano: "La famosa spiaggia del "Postino", quella su cui nel film passeggiavano insieme Massimo Troisi e Philippe Noiret, non c'è più". Letteralmente. E' stata cancellata, in massima parte, dalle frane e dal fenomeno dell'erosione costiera, mentre le barche continuano ad attraccare a pochi metri dalla riva. "Tre anni fa", dice il sindaco, "abbiamo presentato un progetto frangi-flutti al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo". Ma fino a oggi, aggiunge, "l'unico risultato ottenuto è il silenzio".
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