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mercoledì 10 agosto 2011

Tirrenia, fare presto (di Stefano Iucci)

Tutti appesi all’Europa. Sindacati, lavoratori – e le stesse aziende coinvolte – attendono con ansia il pronunciamento dell’Antitrust a Bruxelles sull’acquisto di Tirrenia da parte del consorzio Cin, la Compagnia italiana navigazione, cordata formata da Marinvest, Grimaldi Group e il gruppo Moby che ha investito nell’operazione 380 milioni di euro.
L’intervento si rende necessario perché la capitalizzazione del gruppo supera i cinque miliardi di euro. Come è noto, il giudizio dei sindacati sull’esito della gara – che pone fine a due anni di caos, con una prima gara andata a vuoto per la pessima gestione del governo – è positivo. “La Cin è una cordata composta da tre grandi società armatoriali che hanno competenze forti e interessi reali nel settore – dice Massimo Ercolani, responsabile comparto marittimo della Filt Cgil – . Non si tratta di speculatori, ma di manager di grande esperienza”.
Insomma: l’auspicio è che entro settembre possa arrivare un pronunciamento positivo sull’operazione. “Se così non fosse – continua il sindacalista –, la situazione si farebbe davvero critica. Con il grande pasticcio della gestione governativa di questa fase, anche la seconda gara ha rischiato di fallire: alla fine l’unico soggetto disponibile si è rivelato la Cin. Nell’ipotesi che l’operazione non vada in porto lo scenario sarebbe dei peggiori. Non essendoci altri acquirenti, il rischio reale sarebbe uno spezzettamento totale di Tirrenia: vale a dire la vendita linea per linea e nave per nave. Uno scenario che noi contrasteremmo con tutte le nostre forze e che tuttavia potrebbe far gola a qualcuno, soprattutto per le rotte economicamente più appetibili”. 
Parallelamente a tutto ciò, dovrà ora aprirsi la trattativa sindacale sugli aspetti contrattuali e occupazionali. La Cin ha ribadito di voler confermare le maestranze in carico alla Tirrenia (1.600 dipendenti), per i due anni previsti dalla legge, e questi erano anche gli impegni presi dal Commissario e dal governo. “Cercheremo di arrivare a un’estensione della tutela occupazionale, con impegni concreti e realistici anche oltre i due anni – riprende Ercolani –. Per noi poi deve essere garantito il rispetto del Ccnl, del contratto integrativo aziendale e di tutti gli accordi sindacali in essere al momento del passaggio”. 
Non aiuta, in questa fase delicata, l’atteggiamento della Regione Sardegna, che per l’estate con la Saremar ha messo in linea un servizio aggiuntivo di navigazione con l’isola. “Crediamo – commenta il dirigente sindacale – che non sia questo il modo migliore per tutelare la continuità territoriale e le tariffe di navigazione. Tra l’altro la Sardegna è ancora inadempiente con la privatizzazione della Saremar. La miglior tutela per chi viaggia è quella offerta dalle convenzioni che la Cin dovrà rispettare per le rotte sovvenzionate a garanzia della continuità territoriale: tariffe, tratte e navi. Invece Cappellacci minaccia ricorso ovunque: il fatto è che in questo modo si finiscono per favorire quegli interessi che magari spingono per una liberalizzazione selvaggia”.


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