Non ha atteso di essere defenestrato: il direttore generale dell'azienda sanitaria provinciale di Messina, Salvatore Giuffrida, ha lasciato ieri l'incarico manageriale, accogliendo così l'invito a evitare la rimozione con decreto, pronta anche per il manager dell' Asp di Catania (Giuseppe Calaciura), anch'egli dimessosi, e di Agrigento (Salvatore Olivieri) che non condividendo le motivazioni ha annunciato ricorso al Tar. Si salva invece Siracusa.
Il clamoroso epilogo scaturisce dalla procedura di controllo e verifica sul budget, sforamento ormai non più tollerato. Secondo il piano di rientro varato dall'assessore Russo, infatti, il mancato conseguimento degli obiettivi comporta direttamente la decadenza dei manager. Va evidenziato tuttavia che lo stesso presidente della Regione Lombardo, anche ieri conversando con i giornalisti a Palazzo d'Orléans ha elogiato il lavoro dei manager rimossi per i risultati comunque conseguiti nonostante abbiano ereditato un passivo notevole con buchi di bilancio non dipendenti dalla loro attività, ma determinato soprattutto dalla mobilità passiva, cioè dal fatto che i pazienti sono andati a farsi curare in altri ospedali fuori provincia, che però non hanno trasmesso i numeri in tempo per consentire all'azienda una copertura in bilancio.
Nel caso di Messina, le cifre del consuntivo 2010 parlano di un deficit di 26 milioni di euro, 18 in più rispetto a quanto concordato con l'assessorato. Uno sforamento sul quale più volte Giuffrida, confortato anche dall'appoggio dei sindacati, ha fornito dettagliate spiegazioni. Ma non ha evitato la "mannaia". Adesso al suo posto dovrebbe arrivare una vecchia conoscenza della sanità messinese: il dott. Francesco Poli, già alla guida dell'allora Ausl 5 alla fine degli anni'90 e poi project manager del polo oncologico al Papardo. Ma si è fatto anche il nome della dirigente dell'Assessorato Lia Muré.
Il deputato del Pd Beppe Picciolo ieri ha dichiarato: «Non accetteremo nuove ipotesi transitorie commissariali per l'Asp di Messina» e chiede un manager forte e autorevole che «possa risanare l'azienda senza mortificarla con ulteriori tagli o ridimensionamenti improvvisati».
E prendono corpo tutti i timori a più riprese manifestati negli ultimi giorni, soprattutto per il fatto che un eventuale mandato commissariale possa essere finalizzato solo a risanare i conti con poca attenzione per alcune porzioni di territorio particolarmente disagiate.
Tra i manager che hanno "sforato" l'unico "assolto" è Franco Maniscalco. «Il manager di Siracusa - ha spiegato il governatore Lombardo - ha superato l'esame» e con questa lapidaria constatazione il caso-Siracusa è stato sostanzialmente chiuso. Il mantenimento di Maniscalco alla guida dell'Asp siracusana con ogni probabilità sarà anche funzionale alla definitiva soluzione di alcune vicende ancora aperte: dal riassetto della rete ospedaliera provinciale all'apertura del nuovo nosocomio di Lentini.
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