“Si tratta di un fatto grave ed abnorme – dichiara Angelo Dimarca, Responsabile regionale del Dipartimento Conservazione Natura di Legambiente Sicilia – in quanto le leggi vigenti non prevedono alcuna competenza dei sindaci in materia di apertura della caccia. Inoltre, già lo scorso anno alcuni sindaci delle Madonie che avevano autorizzato gli abbattimenti dei cinghiali erano stati censurati e condannati anche al pagamento delle spese processuali con diverse sentenze del TAR Palermo”.
Tutte le isole minori sono classificate IBA (Important Bird Area) cioè sono zone importanti per la conservazione degli uccelli e con decreto dell’Assessorato regionale territorio ed ambiente era stata prevista l’apertura della caccia a partire dal primo ottobre. Tale disposizione peraltro è coerente anche con la presenza turistica che nelle isole minori è significativa per tutto il mese di settembre. Ma, all’ultimo minuto, l’Assessore all’Agricoltura D’Antrassi ha inserito nel calendario venatorio una sorta di deroga ed ora assiste in silenzio a provvedimenti abnormi che negano le misure di conservazione volute dalla stessa Regione.
“Per questo – conclude Dimarca – Legambiente ha dato mandato ai propri legali di impugnare il calendario venatorio regionale che comprende anche norme assurde come il divieto di caccia per una fascia di 1 chilometro a cavallo dell’autostrada Enna-Catenanuova, che non servono per la conservazione della natura e che sono inutilmente penalizzanti nei confronti degli stessi cacciatori”.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.