Riceviamo e pubblichiamo:
E’ parecchio tempo che leggo su tutti mezzi di informazione locale e non il continuo e LODEVOLE
interessamento sull’ospedale di Lipari e in particolare sul reparto di ostetricia e pediatria.
Gruppi su facebook e associazioni che implorano e combattono perché sulla carta d’ identità dei loro futuri figli ci sia scritto “NATO A LIPARI”.
PURTROPPO nato a Lipari c’è scritto anche sulla carta d’identità di mio figlio Matteo.
Vivo da due anni circa un esperienza che, sono contento e sottolineo contento , la maggior parte di voi non ha vissuto e mai vivrà.
Un esperienza che assieme a mia moglie e alle nostre famiglie ci ha fatto vedere diversamente dalla maggior parte degli Eoliani , la nascita di un figlio o un nipote.
Purtroppo molti non si rendono conto che si sta parlando di un problema diverso, dai rifiuti che non vengono ritirati per qualche giorno, o di una strada chiusa , o di qualsiasi altro problema che ci affligge ma che ha la possibilità di un tempo per la discussione e per la soluzione , qui si parla di vite, le vite dei Nostri figli.
Quelli che si stanno impegnando nella lotta per riaprire i reparti dell’ospedale di lipari si è mai posto queste semplici domande?
Quanti sono stati a Lipari i parti ritenuti problematici?
Quale e’ la media nazionale di parti difficili ? e quale invece la media a Lipari?
Qualora vi fosse un problema , quanto tempo passa prima che il bambino venga trasferito in una UTIN (unita di terapia intensiva neonatale) e di conseguenza riceva le cure e i trattamenti necessari ?
Cosa cambia un solo minuto per un bambino che ha necessità di cure che qui a Lipari non sono garantite?
No, credo nessuno se li sia poste. E credetemi non Vi condanno perché se un problema non ci tocca direttamente nessuno di noi è consapevole che esiste, o gli da la giusta importanza.
A questo punto la maggior parte di chi legge questi miei pensieri starà facendo delle riflessioni. (ma mica i guai capitano a tutti i bambini che nascono?, e poi lui parla cosi’ perché è successo quello che è successo, puo’ capitare ovunque).
Probabilmente è vero se non mi fosse accaduto nulla di tutto ciò sarei il primo a combattere perché i miei figli nascessero a Lipari , ma come si dice dalle nostre parti dopu ca arrubaru u santu ci missiru i canceddi i ferru. Quindi credo che la lotta per assicurarci che si possa nascere a lipari, abbia senso solo se a questa opportunità sia accompagnata anche una garanzia che ci siano le strutture e le competenze per non rischiare, più di ciò che il fato dispone, la via e la salute dei nostri figli.
Queste mio pensiero vuole solo essere una riflessione, da chi ha fatto esperienza sulla propria pelle, e di un padre che oggi e’ il padre piu’ felice della terra , perché tornando a casa e trova un dolcissimo sorriso ad accoglierlo, solo che questo è possibile grazie a due cose!
LA BONTA’ DIVINA principalmente e in secondo luogo l’essere andato in una struttura meravigliosa come la UTIN DI PATTI, alla quale devo la vita di mio figlio, nelle persone che ci lavorano intendendo tutti a 360° ma con un particolare legame (nessuno me ne voglia) al PRIMARIO DOTT.SSA CACACE E AL DOTT. MANDALARI .
Scusandomi se mi sono dilungato troppo , voglio concludere con un pensiero.
Non chiedete di riaprire i reparti non sarebbe una soluzione , ma c’è la necessità di assicurare ai Nostri figli di nascere in sicurezza , bisogna lottare per avere un servizio adeguato alle necessità del caso,una struttura che sin dal primo giorno della sua apertura ,possa garantire , PERSONALE QUALIFICATO, strumentazione adatta, in modo che , si possa scrivere nato a Lipari e non NATO DUE VOLTE!!!!!!!!
LUCA GIORGIANNI
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