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martedì 6 marzo 2012

I had a dream (Ho fatto un sogno) di Gianfranco Guarino

A volte, la vita ci regala dei momenti speciali, intimi e personali, quali possono essere i sogni.
            E' accaduto anche a me, e credo che almeno questa volta, sia giusto dividerlo con tutti.
            Ieri notte, nel mio letto in ferro, dopo aver provato l'ebbrezza dell'ultima scossa di terremoto, sono caduto in un sonno profondo, ma d'incanto iniziavo a provare una strana forma di benessere. Come se nell'aria qualcosa di straordinariamente bello stesse per accadere, mi guardavo intorno e tutto pareva sorridermi; incominciai a sentire una voce in lontananza, che piano piano, si avvicinava sempre più e ripeteva in modo ossessivo: “hai visto uomo di poca fede, anche se tu non credi, noi ti siamo vicini e vogliamo il tuo bene, e quello di tutti gli abitanti”, rimasi, senza fiato, non riuscivo a vedere chi parlasse, ma la sensazione era quella di trovarmi al cospetto di tutti gli dei dell'olimpo.
            Non capivo, mi chiedevo: ma come è possibile, sono a casa a Canneto e non in Grecia.
            Il mare era calmissimo e invitante, ero estasiato, quando ad un tratto, la voce tornò a farsi sentire: ”vedi, i problemi di Canneto sono finiti, da oggi il mare sarà sempre calmo tutto l'anno, così quelle strane associazioni di umani, che con le loro strampalate iniziative quali “adottiamo un tetrapodo per Canneto”, la finiranno di far star male la gente, generare sfiducia e forme di ateismo sconsiderate.
            Guarda bene, non c'è vento, il Vento Eoliano è stato relegato ad un vento di terra, da voi umani chiamato Maestrale, per rinfrescare il vostro pomeriggio, anche Eolo è d'accordo, ha deciso di migrare verso nuove isole”.
            Profondamente affascinato gli ho chiesto: “i gabbiani?”. La voce con tono pacato rispose: ” molti li abbiamo mandati in pensione, decisamente non potevano lavorare altri cinque anni, sarebbe stata una grossa ingiustizia nei loro confronti ”.
Sempre più incredulo cominciai a camminare, fino a raggiungere Pianoconte, era tutta in fiore, tutto bello, la gente lavorava felicemente la terra, e di nuovo la voce: ”guarda e impara”, ed io affascinato, risposi: “sono brava gente che ama la propria terra, le loro tradizioni, ed ogni tanto per svagarsi, vanno a caccia”.
            All'improvviso sentii, un brivido lungo la schiena e la voce con tono minaccioso esclamò: ”caccia, quale caccia?”. Impaurito, bisbigliai: ”...fanno sport, qualche coniglio o uccello...” e la voce con tono irritato: ”bene, dall'otto di maggio in poi, crederanno di continuare a cacciare, ma avverrà solo in modo virtuale, come in un videogame, ovviamente, faremo in modo che non lo scoprano mai.
            Ma ora che ci penso, in zona abbiamo diversi semidei, e parecchi che aspirano a diventarlo, ci aiuteranno senz'altro”.
            Incredibile, ciò che udivano le mie orecchie, qualsiasi problema veniva risolto o svaniva per sempre.
            Ed io che credevo che fosse tutto così difficile, che bisognasse fare tanti sacrifici, lavorare tanto, e poi, magari, piano piano, qualcosa si aggiusta.
            La voce percepì i miei pensieri, e rivolgendosi a me con tono imperioso : “fai un giro in barca e raggiungi la baia di Marina Lunga. Se non ne possiedi una te la forniamo noi,  ne siamo ampiamente dotati”.
            Non capivo ma obbedì, ero totalmente in balia di quella voce, raggiunsi il centro della baia, il mare era limpidissimo, un sole meraviglioso, ad un tratto nuovamente la voce: ”guarda davanti a te, alla tua sinistra vedi il posto dove prima o poi gli umani andranno a riposare per sempre, hai visto?” ed io “certo”, e la voce continuando: “lì finiscono anche i pensieri di chi immagina di sovvertire l'ordine costituito delle cose.
            Ora guarda dritto davanti a te, dove tutto diventa luce e si sparge per tutta l'isola, tra qualche giorno una fumata bianca annuncerà, il rinnovarsi dell'ordine costituito, guarda quelle grandi case colorate, lì risiedono molti dei, sono i più vicini alla luce, ogni giorno nel pomeriggio ormai senza vento Eoliano, con pochi gabbiani, ed Eolo in partenza, si ritrovano nella luce, per godere di una lauta colazione di lavoro, che voi umani chiamate merenda, tutti gli altri sono sparsi per tutte le isole, pronti ad annunciare il messaggio ”, ed io: “ma bisogna avvisare la gente”, e la voce con un tono tenero, replicò: “piccolo miscredente, tutto questo è già in atto, soltanto che per il momento è opportuno che la gente non capisca, potrebbero insospettirsi, per ora è molto meglio che gli si faccia credere tutto ed il contrario di tutto, in modo che colui che insieme ad alcuni semidei, opera allo scoperto in questo momento, non debba dare troppe spiegazioni.
            Il giorno in cui tutto diventerà chiaro, gli sarà riconosciuto un grande premio per il lavoro svolto, e tutti finalmente capiranno”.
            Pensai, ho capito, bisogna aspettare, ma francamente, ero confuso. Pensavo e ripensavo a quelle parole, quando ascoltavo la voce mi sembrava di aver capito, quando provavo a ragionare invece i conti non mi tornavano. Allora iniziai a gridare: “voce, dove sei? Non ho capito, ma noi come diventeremo? Ma perché ti sento e non ti vedo?”.  Allora la voce con tono deciso: “solo poche persone possono vedere e capire, e voi umani non potete di certo.
            Con voi, è necessario fare tutto lentamente con metodi diversi o umani, magari come dice la canzone …. “tre volte Natale e festa tutto l'anno...” che voi con i vostri modi  chiamate carnevale, a tutto il resto ci pensiamo noi.
            Eolo porterà via con sé l'Eolianità, piaga atavica, che fino ad oggi ha impedito il concretizzarsi di un futuro radioso per tutti noi”.
            Pensai, come Achille tutti abbiamo un tallone e iniziai a chiamare la voce gridando: ”voce, e se Eolo non parte?  l'eolianità rimane, e ovviamente anche gli eoliani”, finalmente la voce rispose:      
            “Ora ti debbo lasciare, decidi se vuoi continuare a sognare e vivere serenamente, o ritornare ai tuoi problemi quotidiani”.
            La sveglia mi diede un grosso aiuto, di colpo era sparito l'olimpo, tutti i suoi dei, e mentre, ancora rimuginavo tra i miei pensieri, squilla il cellulare, mi affaccio al balcone e finalmente divenne tutto chiaro, il mare era sempre bello, anche se c'era un po di vento, le strade erano quelle di sempre, la gente in strada creava il solito spaccato di vita quotidiana.
            Sono uscito a prendere il solito caffè al solito bar, e poi sono andato a lavorare.
            Per favore non trasformate questo mio racconto in politica, del resto e solo un sogno, ed i sogni in politica non esistono, talvolta vengono creati solo per gli elettori.
           
                                                                                                     Gianfranco Guarino

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