I have a dream (Ho un sogno) Frase bellissima, semplice nella sua brevità e immensa nel suo significato; Usata da molti e certamente da troppi abusata.
Tanti politici ne hanno fatto il proprio slogan durante le competizioni elettorali, la maggior parte, forse, per colpire l’immaginario popolare, ma pochi ne conoscono profondamente l’origine, da chi fu pronunciata la prima volta, quando, dove e in quale momento storico.
I Have a Dream (Ho un sogno) è la frase con cui viene identificato il discorso tenuto da Martin Luther King il 28 agosto del 1963 davanti al Lincoln Memorial di Washington al termine di una marcia di protesta per i diritti civili. Si! proprio “marcia di protesta per i diritti civili”
Sembra assurdo che ancora oggi, dopo quasi cinquanta anni, si debba ancora parlare di riconoscimento di diritti civili; eppure, non vi è nessuno che nel percorrere le strade del centro, i vicoli, le frazioni e le contrade delle nostre isole, non avverta l’urlo unanime che si leva dal popolo per il riconoscimento dei propri diritti civili, principalmente attraverso l’istituzione di regole certe che stanno alla base della convivenza civile.
Di regole condivise e partecipate, nello stesso tempo semplici ma rigorose, garantiste ma universali.
Per realizzare questo sogno, non vi è nulla da inventare basta solo applicare ciò che le generazioni passate adottavano come stile di vita.
Dare nuovamente forza al confronto, attraverso la dialettica, anche animata ma pur sempre costruttiva.
La dialettica, infatti, null’altro è se non l'arte del ragionamento e della discussione, discorsi logici e convincenti, relazione tra due affermazioni contrapposte, dalla cui opposizione nasce una nuova affermazione.
Intorno ad una competizione elettorale aleggia, purtroppo, di tutto. Come durante un uragano che in maniera violenta e mutevole flagella il territorio distruggendo buona parte di ciò che incontra lungo il proprio cammino.
Nel volerci dotare di una prima regola, dobbiamo impedire che il giusto agonismo, contraddistinto dal rispetto del nostro prossimo, scada nelle becere liti di parte, mentre è invece nostro preciso dovere mostrarci per ciò che realmente siamo e vogliamo offrire ai nostri concittadini.
E’ impossibile non rendersi conto delle reali condizioni in cui versano oggi le nostre isole, l’incombente crisi economica interna ed esterna ne condiziona ancor più l’esistenza attuale e ciò che sarà il proprio divenire.
Provo quindi sgomento, quando anziché affrontare realmente i problemi che attanagliano il nostro Comune, si possa ancor sprecare il tempo nel dedicarsi a spiccioli pettegolezzi.
Nello specifico mi riferisco al tentativo di relegare per forza la mia candidatura entro l’uno o l’altro schieramento.
Ritenevo di essere già stato chiaro nel documento precedente, ma dovendo, mio malgrado, ulteriormente chiarire la mia posizione torno, ancora una volta, a precisare che, nel corso della prossima competizione elettorale, non parteciperò alle primarie di nessuna coalizione di parte.
Le elezioni primarie sono, infatti, una competizione elettorale attraverso la quale gli elettori o i militanti di un partito politico decidono chi sarà il candidato del partito (o dello schieramento politico del quale il partito medesimo fa parte) per una successiva elezione di una carica pubblica.
La ragione delle elezioni primarie è la promozione della massima partecipazione degli elettori alla scelta dei candidati a cariche pubbliche, in contrapposizione al sistema che vede gli elettori scegliere fra candidati designati dai partiti.
Nel propormi quale rappresentante dell’intera comunità, senza alcuna appartenenza di partito o di singolo schieramento ma cittadino tra i cittadini, per la gente fra la gente è solo al loro giudizio che mi sottoporrò riconoscendo e garantendo a tutti, l’assoluto diritto di scelta del proprio Sindaco.
Si parla tanto di primarie senza tenere in conto che di primario, non di primarie, vi è il ruolo del cittadino, della persona comune, semplice e non, che ogni giorno già ancor prima d’uscir da casa deve confrontarsi con la realtà quotidiana.
Non scordiamo mai che l’unico modo per realizzare i propri sogni è svegliarsi.
Angelo Merenda
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