Era stata licenziata in conferenza stampa, ora potrebbe diventare vice presidente della Regione e passare dall’assessorato al Personale a quello all’Agricoltura, se il suo partito vincerà il braccio di ferro con l’Articolo 4 di Lino Leanza e Luca Sammartino. Strana storia, quella di Patrizia Valenti che nell’ottovolante della politica si è trovata al momento giusto al posto giusto.
Dieci giorni fa la Valenti era stata l’unico assessore Udc a seguire l’invito del partito a disertare la giunta convocata da Crocetta per nominare senza accordo con gli alleati i manager della sanità. L’Udc voleva far mancare il numero legale ma Dario Cartabellotta ed Ester Bonafede aiutarono Crocetta. Il presidente l’indomani disse che con la Valenti si era rotto il rapporto di fiducia e che era lecito attendersi le sue dimissioni. Ma, ricucito il rapporto con D’Alia, la Valenti è stata l’unico assessore confermato dall’Udc che ha invece scaricato Cartabellotta e Bonafede. E poichè in base agli accordi ai centristi spetta la vicepresidenza, ecco che il quadro è completo. La Valenti all’Agricoltura era stata dirigente con Cuffaro e Castiglione, ora rientrerebbe dalla porta principale.
Al Lavoro invece dovrebbe andare il neo assessore Nico Torrisi. Ma sul presidente di Federalberghi ieri si è abbattuto tutto il malumore di un’area pesante dell’Udc. Torrisi, ex vicepresidente della Sac (società di gestione dell’aeroporto di Catania) negli anni di Lombardo a Palazzo d’Orleans, è considerato ancora troppo vicino ad ambienti dell’Mpa. In giunta è stato indicato da Giovanni Pistorio e Nicola D’Agostino, ex punte diamante dell’Mpa negli anni d’oro. D’Agostino, raccontano i delusi, avrebbe indicato il nome a Crocetta mentre il gruppo era ancora riunito per discuterne, visto che gran parte dei deputati avrebbe voluto altri assessori. E ieri Nino Dina (presidente della commissione Bilancio), Mimmo Turano e Margherita La Rocca hanno scritto una lettera al capogruppo Lillo Firetto in cui chiedono la convocazione urgente di un vertice alla presenza del segretario nazionale, Lorenzo Cesa, che avrebbe già dato la disponibilità a presenziare. Nel gruppo Udc c’erano stati malumori anche dopo le nomine in Asp e ospedali perchè, malgrado lo scontro fra Crocetta e D’Alia, si ritiene che a Catania e Messina siano stati scelti manager graditi a Pistorio e D’Alia.
Fibrillazioni di questo tipo si registrano, in proporzioni diverse, in tutti i partiti. Nei Drs Giuseppe Picciolo protesta perchè l’assessore non è messinese. E in Articolo 4 c’è malumore perchè Crocetta ha dato un solo assessorato: anche per questo motivo Leanza e Sammartino ora rivendicano l’Agricoltura, una delle postazioni di primo piano (soprattutto dal punto di vista elettorale). Anche per queste scosse Crocetta ha pensato di rinviare l’assegnazione delle deleghe: «Quelle attuali sono azzerate. Le nuove verranno discusse insieme ai partiti sulla base delle professionalità degli assessori». Crocetta sta anche valutando eventuali incompatibilità. E rivolge un appello ai partiti affinchè non litighino pure sulle deleghe: «Spero che la politica non crei ulteriori spettacoli».
Intanto pare certo che Antonio Fiumefreddo (Drs) vada ai Beni culturali. Dove però c’era Maria Rita Sgarlata: la siracusana del Megafono potrebbe essere spostata al Territorio, un ruolo però al quale potrebbe essere destinato proprio Paolo Ezechia Reale di Articolo 4. Fra le new entry Roberto Agnello andrà all’Economia e Salvatore Calleri ai Rifiuti. Linda Vancheri resterà alle Attività produttive, Lucia Borsellino alla Sanità e Nelli Scilabra alla Formazione. Michela Stancheris dovrebbe mantenere la delega al Turismo (ma non è scontato). A Giuseppe Bruno e a uno fra la Sgarlata, Valenti e Reale dovrebbero andare Personale e Infrastrutture.
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