Gli imputati erano riusciti a intestarsi, secondo l'accusa, con vari espedienti nelle Eolie, case di isolani emigrati in Australia negli anni '50 e '60 e non più tornati, per poi rivenderle con lucrose transazioni. Lo aveva scoperto la guardia di finanza di Milazzo e Lipari che nell'indagine aveva notificato misure cautelari a due persone.
Cinque rinvii a giudizio per i "ruderi d'oro" nelle Eolie. Sono stati decisi al tribunale di Messina dal gup Maria Arena.Si tratta di Maria Bernadette Cincotta, residente ad Alicudi, Rutilio Taranto, di Santa Marina Salina, Antonio Ilone di San Filippo del Mela e Samira Mahlouthi, tunisino e Stefano Triolo, di Alicudi, quest'ultimi due già agli arresti domiciliari.
L'accusa è di associazione a delinquere e truffa. Sono stati difesi dagli avvocati Monica Ristuccia, Antonella Longo, Maurizio Cucinotta e Angelo Pajno. Prossima udienza il 9 luglio 2014.
Gli imputati erano riusciti a intestarsi, secondo l'accusa, con vari espedienti nelle Eolie case di isolani emigrati in Australia negli anni '50 e '60 e non più tornati per poi rivenderle con lucrose transazioni.
Lo aveva scoperto la guardia di finanza di Milazzo e Lipari che nell'indagine aveva notificato misure cautelari a due persone. Erano stati anche sequestrati 13 immobili ubicati nelle isole di Filicudi, Alicudi e Salina.
L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Messina Maria Pellegrino, era durata per oltre tre anni e aveva messo in luce anche la complicità di alcuni professionisti.
Gli indagati avevano utilizzato illecitamente le procure loro conferite dagli emigrati e ricorrevano all'usucapione o ad altre procedure di successione, secondo l'accusa senza averne titolo, per acquisire la proprietà degli immobili e quindi rivenderli.(ANSA)
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