Al via il Crocetta-bis in Sicilia. Poco prima della mezzanotte, il governatore, al culmine di una lunga e tesissima giornata, vara la sua nuova squadra di governo, dopo avere apportato le ultime limature, con Mariarita Sgarlata, che in extremis soffia il posto in giunta a Mariella Lo Bello, entrambe uscenti. Sei i volti nuovi e altrettanti i riconfermati: tra le new entry spiccano Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, molto vicino a Renzi e animatore del Megafono in Toscana, e Roberto Agnello, esperto di bilancio, in quota Pd. Ma sulla nuova giunta incombe la bufera esplosa in casa Pd, con i ‘cuperliani’ che non hanno dato copertura politica all’operazione e minacciano ferro e fuoco.
Inutili gli avvertimenti bellicosi del segretario siciliano del Pd, Fausto Raciti (cuperliano), che domani si presenterà alla direzione regionale del partito decisamente agguerrito. Crocetta ha rotto gli indugi dopo l’ennesimo pomeriggio di tensioni, scandito dal rinvio del vertice di maggioranza e dalle proteste di Confindustria Sicilia, Cisl e Uil che hanno invocato lo sblocco della situazione di stallo, con 30 mila dipendenti di enti regionali in attesa della manovra-bis, ferma da settimane in Assemblea per la crisi politica, per poter ricevere tre mesi di stipendi e centinaia di imprese che vantano crediti per 1 miliardo di euro nei confronti della pubblica amministrazione, ma anche in questo caso il ddl pagamenti è bloccato da giorni in Parlamento.
Si sono susseguiti febbrili riunioni informali e colloqui sull’asse Palermo-Roma e in serata Crocetta ha riunito i suoi fedelissimi per varare la nuova giunta. L’invito ad accelerare era arrivato anche dall’Udc che aveva minacciato di togliere il sostegno al governo se la giunta non fosse stata definita nell’arco di 48 ore. Nonostante le barricate dei ‘cuperliani’, Crocetta, pur tentando fino all’ultimo mediazioni s’è mostrato irremovibile, forte, a quanto pare, della copertura di un pezzo del partito romano, rappresentato da Davide Faraone, delegato dal premier Renzi a occuparsi della crisi politica nell’isola.
“Faraone mi ha chiesto di fare presto – ha detto il governatore – .Aspettare ancora significava sgretolare il tessuto sociale della Sicilia e incancrenire lo scontro tra i partiti. La Regione rischiava di sprofondare nelle sabbie mobili, sfidando la collera dei poveri”. E ancora: “Sono un dirigente del Pd e sono stato eletto presidente della Regione per governare, ho tentato in tutti i modi di avere attorno a me tutte le anime del partito, ma qualcuno va dietro a vecchi metodi non rendendosi conto della gravità della situazione”. Oltre a Calleri e Agnello, della nuova squadra di governo fanno parte Giuseppe Bruno (Pd), Nico Torrisi (Udc), Antonio Fiumefreddo per i Drs e Paolo Ezechia Reale (Articolo 4).
Confermati gli uscenti Michela Stancheris (Megafono), Nelli Scilabra (Pd), Patrizia Valenti (Udc), Mariarita Sgarlata (Pd) e in quota Crocetta Lucia Borsellino e Linda Vancheri. “Si tratta di professionisti di grande valore, di uomini che scelgono di combattere per liberare la Sicilia e favorire il suo processo di rinascita economica e sociale”, afferma a caldo il governatore. Da questo momento le deleghe sono politicamente azzerate, verranno discusse insieme ai partiti “sulla base dell’utilizzo ottimale delle loro competenze e professionalità”. “La mia non è una decisione autoreferenziale – assicura il governatore – ma vuole essere in sintonia con la società, la politica e i partiti che spero non creino più ulteriori spettacoli perche la Sicilia ha bisogno di decisioni e anche in tempi rapidi”.
Inutili gli avvertimenti bellicosi del segretario siciliano del Pd, Fausto Raciti (cuperliano), che domani si presenterà alla direzione regionale del partito decisamente agguerrito. Crocetta ha rotto gli indugi dopo l’ennesimo pomeriggio di tensioni, scandito dal rinvio del vertice di maggioranza e dalle proteste di Confindustria Sicilia, Cisl e Uil che hanno invocato lo sblocco della situazione di stallo, con 30 mila dipendenti di enti regionali in attesa della manovra-bis, ferma da settimane in Assemblea per la crisi politica, per poter ricevere tre mesi di stipendi e centinaia di imprese che vantano crediti per 1 miliardo di euro nei confronti della pubblica amministrazione, ma anche in questo caso il ddl pagamenti è bloccato da giorni in Parlamento.
Si sono susseguiti febbrili riunioni informali e colloqui sull’asse Palermo-Roma e in serata Crocetta ha riunito i suoi fedelissimi per varare la nuova giunta. L’invito ad accelerare era arrivato anche dall’Udc che aveva minacciato di togliere il sostegno al governo se la giunta non fosse stata definita nell’arco di 48 ore. Nonostante le barricate dei ‘cuperliani’, Crocetta, pur tentando fino all’ultimo mediazioni s’è mostrato irremovibile, forte, a quanto pare, della copertura di un pezzo del partito romano, rappresentato da Davide Faraone, delegato dal premier Renzi a occuparsi della crisi politica nell’isola.
“Faraone mi ha chiesto di fare presto – ha detto il governatore – .Aspettare ancora significava sgretolare il tessuto sociale della Sicilia e incancrenire lo scontro tra i partiti. La Regione rischiava di sprofondare nelle sabbie mobili, sfidando la collera dei poveri”. E ancora: “Sono un dirigente del Pd e sono stato eletto presidente della Regione per governare, ho tentato in tutti i modi di avere attorno a me tutte le anime del partito, ma qualcuno va dietro a vecchi metodi non rendendosi conto della gravità della situazione”. Oltre a Calleri e Agnello, della nuova squadra di governo fanno parte Giuseppe Bruno (Pd), Nico Torrisi (Udc), Antonio Fiumefreddo per i Drs e Paolo Ezechia Reale (Articolo 4).
Confermati gli uscenti Michela Stancheris (Megafono), Nelli Scilabra (Pd), Patrizia Valenti (Udc), Mariarita Sgarlata (Pd) e in quota Crocetta Lucia Borsellino e Linda Vancheri. “Si tratta di professionisti di grande valore, di uomini che scelgono di combattere per liberare la Sicilia e favorire il suo processo di rinascita economica e sociale”, afferma a caldo il governatore. Da questo momento le deleghe sono politicamente azzerate, verranno discusse insieme ai partiti “sulla base dell’utilizzo ottimale delle loro competenze e professionalità”. “La mia non è una decisione autoreferenziale – assicura il governatore – ma vuole essere in sintonia con la società, la politica e i partiti che spero non creino più ulteriori spettacoli perche la Sicilia ha bisogno di decisioni e anche in tempi rapidi”.
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