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venerdì 20 giugno 2014

Collegamento veloce con le Egadi e le Eolie. Una gara da 87 mln gestita da dirigente incompatibile. Esposto in Procura del Presidente della Regione per presunte irregolarità

Esplode la vicenda relativa alla gara per l'aggiudicazione dei servizi di collegamento veloce con le Egadi e le Eolie, un importo per la "modica" somma di 87 milioni che la Regione in tempi di crisi e di casse vuote ha evidentemente trovato, salvo a scoprire adesso che qualcosa probabilmente non ha funzionato nei controlli perché a gestirla è stata una dirigente con la figlia assunta nella società aggiudicataria.
Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e l'assessore alle infrastrutture, Nico Torrisi, hanno presentato infatti l'altro ieri un esposto alla Procura di Palermo in relazione alle presunte irregolarità rivelate dalla Commissione regionale riguardo alla gestione del bando di gara sulle infrastrutture e l'incompatibilità della dirigente del servizio trasporto marittimo dell'Assessorato regionale.
Tra le altre cose, si legge in una nota, già il 19 febbraio scorso l'Assessorato infrastrutture, su richiesta dell'allora direttrice Salvatrice Severino, aveva provveduto ad assegnare ad altro incarico la dirigente che nella nota comunicava che la propria figlia è dipendente della stessa Ustica Lines. Assieme alla denuncia, prosegue la nota, il Governo regionale ha inviato in allegato una copia del bando di gara per consentire agli inquirenti un'ampia verifica. 
Il presidente Crocetta ha dato incarico alla Segreteria generale, di predisporre una commissione ispettiva con la finalità di verificare le modalità di svolgimento della gara e le incompatibilità della stessa Severino, in considerazione del fatto che la stessa svolgeva attività dentro l'assessorato da diversi anni.
A quanto pare la dirigente avrebbe predisposto un bando che, secondo le società concorrenti, appariva "su misura" tanto da essere motivo di contenzioso che farà il suo seguito. 
Ora è scattata la reazione del governatore che arriva addirittura a minacciare licenziamenti, anche se finora non è stato licenziato mai nessuno. 
Resta però l'interrogativo sull'utilità di assegnare la cospicua somma di 87 mln per un servizio che gli utenti pagano.

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