Un altro anno scolastico è appena volto al termine, lasciando con sé una scia siderale di esperienze, fatiche e (diciamocelo pure!)..... qualche soddisfazione. Da insegnante assisto anch’io a quel progressivo abbassamento delle soglie di interesse e di attenzione che costituisce ormai un fenomeno generazionale diffuso tra i giovanissimi, ponendomi con cadenza pressochè quotidiana l’amletico quesito: “Come posso motivarli?”. Problema complesso a cui la Sfinge della pedagogia contemporanea risponde con un invito ancora più insidioso della premessa: “Cercate di pensare come loro e di aprirvi ai linguaggi con cui si esprimono!”. Ecco perché tre mesi fa ho accettato con enorme entusiasmo il ruolo di tutor nell’ambito di un progetto PON, bandito dall’I.C. Lipari, incentrato sulla musica e aperto ai nostri alunni della scuola secondaria di primo grado. Ho accettato perché le note e i suoni arrivano laddove le comuni parole di noi adulti non sanno inoltrarsi, aprendo nello stesso tempo il cuore e le orecchie dei nostri cuccioli di homo technologicus. 30 splendide e magnifiche ore condivise con il maestro Giuseppe Italiano, ormai di adozione eoliana, che da anni importa nell’Arcipelago la sua preziosa esperienza di tenore, musicista a tutto tondo, nonché di direttore artistico dell’Accademia CDR Music, realtà musicale e canora impostasi a Milazzo, Messina, Patti, Catania e Lipari con notevole seguito di iscritti e di giovani promesse. 30 ore in cui Roberta Cacace, responsabile della sede eoliana della CDR, ha mostrato uno spirito di collaborazione impareggiabile, assistendo i ragazzi come coach vocale e non risparmiandosi mai, neppure quando si trattava di montare e smontare cavi, microfoni, mixer ….o di riscrivere, a casa, in orari extra, i testi dei pezzi affrontati. 30 ore all’insegna della creatività artistica, durante le quali i nostri 12 corsisti si sono approcciati per la prima a volta agli strumenti che sognavano di “conoscere a tu per tu”, pizzicando chitarre, pigiando pianole o divertendosi ritmicamente sulla batteria e sul bongo. In una decina di lezioni, il maestro Italiano e Roberta, con la parsimoniosa pazienza di chi vive per trasmettere ciò che ama, sono riusciti a mettere su una vera e propria band (battezzata dai ragazzi MUSIC BAND) e a creare un brano inedito da esibire con voci e strumenti dal titolo emblematico “Musica a scuola”. Lavorando in giorni e orari impensabili, tra domeniche roventi e week-end sottratti al riposo, i nostri musicisti in erba, provenienti da Lipari e dalle altre frazioni dell’isola, hanno dato vita a un fitto programma di canzoni e interventi strumentali sfociati in un miniconcerto tenutosi nell’Aula Magna della Scuola Santa Lucia, domenica scorsa, in tardo pomeriggio. Merito del successo riscosso va anche ai nostri ospiti. Abbiamo avuto il piacere di ascoltare gli allievi liparoti della CDR-music: la pluripremiata Silvia Lucci, l’anima rock Domenico Quadara, l’eclettica Cristina Furfaro, la raffinata Erika Taranto, la solare Sherin Hettiarachchi e l’istrionico Giuseppe Bonfante, supportato dal cugino Bartolo Giuffrè, noto baby-batterista autodidatta che ha incantato tutti con la sua grinta esplosiva.
In vero stile da kermesse sanremese non sono mancati gli ospiti esterni, due “perle” della sede di Milazzo, alias la graffiante Rosmery Barbera, voce e chitarra, e la dolce Marianna Pirrera, voce evocativa di un repertorio leggero più classico.
Non c’è spettacolo senza un dietro-le-quinte fatto di pulizie, spostamenti, momenti di ospitalità, telefonate, arrivi e partenze….Un dietro-le-quinte che ha avuto il volto (ma soprattutto le mani collaborative e l’animo generoso) della collaboratrice Catena, delle immancabili mamme e in ultimo, ma non per ordine di importanza, del D.S. Renato Candia e del suo braccio destro Saverio Merlino, sensibili estimatori della buona e sana musica.
Il messaggio che, a riflettori spenti, spero resti in eredità ai nostri piccoli artisti è che studiare la musica ingentilisce l’anima, affina la sensibilità e ci riappropria di quel senso sopraffino del bello che ormai si è perso, in una società priva di stupore e unicità. L’armonia del pentagramma riesce a riflettersi nel temperamento, aiutando le indoli ribelli e confuse a trovare una forma tangibile di equilibrio.Se è vero, come sosteneva Beethoven, che “chi penetra il senso della musica potrà liberarsi dalle miserie in cui si trascinano gli uomini” possiamo dire di aver finalmente condiviso un momento di rara felicità e di inestimabile ricchezza .
GIANLUCA VENEROSO
Il messaggio che, a riflettori spenti, spero resti in eredità ai nostri piccoli artisti è che studiare la musica ingentilisce l’anima, affina la sensibilità e ci riappropria di quel senso sopraffino del bello che ormai si è perso, in una società priva di stupore e unicità. L’armonia del pentagramma riesce a riflettersi nel temperamento, aiutando le indoli ribelli e confuse a trovare una forma tangibile di equilibrio.Se è vero, come sosteneva Beethoven, che “chi penetra il senso della musica potrà liberarsi dalle miserie in cui si trascinano gli uomini” possiamo dire di aver finalmente condiviso un momento di rara felicità e di inestimabile ricchezza .
GIANLUCA VENEROSO
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