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venerdì 11 luglio 2014

Cefalú perse 138 mila presenze dal 1999. Farruggio (Federalberghi): esiste un problema Cefalú.

In riferimento ai dati comunicati su Cefalù dalla Federalberghi, senza voler alimentare sterili polemiche ma con il solo obiettivo di fornire ulteriore chiarimento ma anche un quadro ancora più preciso e puntuale sulla destinazione, precisiamo che questi sono registrati dal nostro osservatorio e si riferiscono alle strutture alberghiere associate che nel periodo specifico tra gennaio e metà giugno hanno registrato un calo medio generale tra il 4 e 5 per cento, con evidenti perdite di fatturati e profitti.
Alcune strutture alberghiere hanno mantenuto le presenze dello scorso anno grazie ad oculate azioni di marketing, promozioni ed offerte aggressive, altre viceversa hanno registrato un calo anche fino al 7%.
Effettuando un' ulteriore analisi su base regionale, un dato molto sconfortante è, viceversa, la velocità con la quale stanno viaggiando altre destinazioni siciliane che sono riuscite a registrare incrementi a doppia cifra con una presenza di turismo, prevalentemente estero ed in costante aumento nell'ultimo biennio.
La stessa Cefalù, da quanto é emerso dall’ultimo incontro siciliano promosso dal WHR, che si è svolto proprio nella cittadina normanna a fine ottobre 2013, effettuando un focus basato sull’analisi delle prenotazioni on line, è risultata al penultimo posto per brand reputation tra le destinazioni siciliane, con prezzi di vendita medi nella categoria ¾ stelle più bassi di destinazioni come Taormina, Eolie e San Vito lo Capo.
Anche il dato sulla permanenza media di soggiorno nell’ex perla del Tirreno è comunque oggi calata.
"Credo che un problema Cefalù esista già da troppo tempo - dichiara il Presidente di Palermo e Vicario Regionale Federalberghi Nicola Farruggio - e mi dispiace percepire inspiegabilmente soltanto polemiche quando si parla di turismo a Cefalù.
La tematica sembra non voler essere mai sollevata, come se ci fosse la volontà di trascurare un problema certamente esistente e che non può più essere posto in secondo piano da un' amministrazione responsabile.
Se facciamo un' analisi più ampia dal 1999 al 2013 i dati generali di perdita di presenze sono più preoccupanti:
Nel 1999 si registrano 693.910 presenze, nel 2009 sono 586.605 e nel 2013 scendiamo ancora a 555,792. 
La perdita totale delle presenze é di 138,469 con un aumento di posti letto da 5950 nel 1999 a circa 6400 del 2013. Un tasso di occupazione media dei posti letto sceso fino al 24%.
Probabilmente un'attenzione più ampia e costante al problema, con una lettura adeguata dei numeri del turismo, avrebbe evitato la creazioneanche di malcontenti tra gli operatori locali.
Forse da troppo tempo non è più esistita una vera politica turistica di sviluppo della destinazione e le uniche iniziative registrate sono state lasciate ai singoli operatori che da soli, possono poi far ben poco. Eppure alcuni investimenti economici dei privati hanno certamente contribuito a migliorare l'offerta ricettiva alberghiera con strutture oggi efficienti e di qualità.
Occorre cambiare necessariamente marcia- sottolinea Farruggio- la nostra associazione ha più volte sollecitato incontri che purtroppo non hanno poi sortito gli effetti auspicati. Siamo come sempre disponibili ad un dialogo costruttivo nella certezza che il nostro contributo di idee non può non essere recepito in considerazione del fatto che Cefalù rivendica il ruolo che gli compete di destinazione turistica e non di semplice località balneare.
Ci auguriamo - conclude Farruggio- che l'approccio con i temi del turismo da parte dell'amministrazione cefaludese tutta, sia più consono alla naturale vocazione territoriale di una delle location più famose
di un tempo del turismo internazionale."

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