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lunedì 11 maggio 2015

"La storia delle isole Eolie"...conosciamola attraverso lo storico Giuseppe La Greca. 11 maggio 1984: La rivolta di Alicudi

11 maggio 1984
La rivolta di Alicudi

L’11 maggio 1984 la stampa nazionale accende i suoi riflettori su Alicudi, l’isola è da una decina di giorni in rivolta e si prepara ad uno sciopero della fame.
Ma andiamo per ordine:
Il 30 aprile il comitato di protesta di Alicudi invia un dettagliato promemoria al Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, sui problemi irrisolti dell’isola. Nei successivi giorni i cittadini decidono un volontario isolamento e non consentono l’accosto a Scalo Palomba di navi ed Aliscafi. Le uniche notizie vengono irradiate da Radio Arcipelago Eoliano attraverso collegamenti telefonici.
Il 10 maggio le ultime provviste vengono razionate, scatolette di carne per gli adulti, pacchi di biscotti per i più piccoli. Nella mattinata della stessa giornata una motovedetta dei carabinieri proveniente da Messina ha il permesso di attraccare ad Alicudi per scaricare una cassa di medicinale e consentire il cambio della guardia medica.
All’origine della protesta, c’erano le condizioni disagevoli in cui la popolazione era costretta a vivere: mancavano, infatti, la luce elettrica e l’acqua, erano carenti i servizi sanitari; l’unico piccolo molo di cemento non consentiva nessun tipo di accosto con qualsiasi tempo.
Il brevissimo lungomare non era protetto dai marosi e d’inverno si trasformava in un impercorribile acquitrino, due soli i telefoni (uno nell’ufficio postale, l’altro al posto pubblico), la scuola dei ragazzi era un vero dramma. Gli abitanti protestavano anche per ottenere che venisse riparata la chiesetta e l’edificio della scuola elementare. L’anno precedente erano mancati pane e pasta per oltre venti giorni e si erano esaurite le scorte di medicinali.
L’elencazione delle carenze era lunga, come non era breve il conto delle promesse fatte e poi sistematicamente non mantenute a Palermo ed a Roma. “Siamo in pochi, non pensano a noi” si lamentavano i cittadini, ricordando come per tre volte in passato gli alicudari avevano disertato le urne non votando per protesta. Tra le promesse non rispettate vi erano anche quelle fatte dai dirigenti del compartimento siciliano dell’Enel che, anche in considerazione di accordi con la Regione, avevano progettato una centrale fotovoltaica che, tuttavia, era stata spostata nella più “comoda” Vulcano.
Il sindaco di Lipari, avvocato Emanuele Carnevale, per cercare di placare la protesta, presentava la richiesta all’assessorato regionale ai lavori pubblici, di un finanziamento di un miliardo e mezzo di lire per il molo di Alicudi ed un finanziamento di 3 miliardi di lire per l’elettrificazione.
A placare gli animi non era bastato neanche l’annuncio, dato dal Prefetto di Messina Pandolfini, che il presidente della Regione Siciliana, Modesto Sardo, era disponibile a incontrarsi con una delegazione di manifestanti.
Ad Alicudi si era decisi ad andare fino in fondo, costi quello che costi, mentre la protesta si allargava anche alla vicina Filicudi ed all’abitato di Ginostra che soffrivano i medesimi problemi.
Il 15 maggio gli abitanti di Alicudi inviano un ulteriore telegramma al Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, sospendendo lo sciopero della fame.
Il 18 maggio, una delegazione raggiunge Palermo dopo che il presidente della Regione, Modesto Sardo, ha convocato una riunione con all’ordine del giorno la valutazione dello stato di cose esistente nelle isole “in rivolta”, ma soprattutto per Alicudi.
speriamo fermamente che il Presidente della Regione prenda atto delle pesanti responsabilità che gli amministratori pubblici hanno da quant’anni nei nostri confronti” dichiarava Carlo Gallo, presidente del Comitato “in primo luogo Alicudi ha bisogno di un porto “magari piccolo,  che non comporti un eccessivo dispendio di soldi, al massimo 600-700 milioni, ma che tuttavia sia un impianto che permetta alle navi traghetto di attraccare evitandoci i trasbordi delle merci e delle persone sulle barche
Al “vertice” di Palermo parteciparono, oltre a una delegazione del Comitato di agitazione, il sindaco ed il Presidente dell’Azienda Soggiorno e Turismo delle Isole Eolie.
La vicenda trova la conclusione all’indomani del telegramma del Capo dello Stato Sandro Pertini, che scrive: “Sono con voi, alla gente che protesta esprimo tutta la mia solidarietà e mi auguro che i vostri problemi al più presto possano essere risolti”; ma il Presidente non si limita alla solidarietà di un telegramma ma interviene, soprattutto, nei confronti del presidente della Regione che delega l’assessore regionale ai Lavori Pubblici per redigere una perizia e stabilire la somma occorrente per la realizzazione del nuovo approdo ed avvia l’iter per approvare con una legge regionale l’elettrificazione sia di Alicudi sia di Filicudi.
Faccio qui una proposta: perché non intestare il lungomare di Alicudi al Presidente Sandro Pertini?

Nelle foto:
1) Alicudi prima del porto
2) Alicudi con il porto

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