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domenica 29 maggio 2022

Segnalazione di merito per lo storico eoliano La Greca alla IX Edizione del Premio Nazionale di Poesia Himera, sezione speciale Archeologia e Beni culturali ed Ambientali in Sicilia

 Segnalazione di Merito per il saggio inedito dello storico Eoliano Giuseppe La Greca, "Eolo, l'uomo e il mito" assegnato nell'ambito della IX Edizione del Premio Nazionale di Poesia Himera, sezione speciale Archeologia e Beni culturali ed Ambientali in Sicilia, organizzato dall'associazione Termini d'Arte unitamente all'Archeoclub Himera, e con il patrocinio del Comune di Termini Imerese e del Parco delle Madonie.

La cerimonia di premiazione dei partecipanti si è tenuta il 28 maggio scorso a Termini Imerese.

Nella motivazione del saggio di Giuseppe La Greca leggiamo: Partendo dalla disamina delle fonti mitiche e letterarie sulla figura di Eolo e sull'arcipelago eoliano, l'Autore continua il suo percorso attraverso le fonti storiche del mondo antico, fino ai resoconti del Grand Tour e alle osservazioni scientifiche sulla fenomenologia vulcanica. Un percorso di oltre tre millenni dal mito alla storia, in cui trovano spazio anche i risultati della ricerca archeologica, che hanno dato sostanza al ricco patrimonio mitico sull'arcipelago. L'opera è meritevole di attenzione per il grande impegno dell'Autore nella raccolta delle fonti, numerose e di diversa natura, che in qualche modo restituiscono un quadro ampio e affascinante dell'arcipelago e della sua storia.

Il saggio, intrecciando le diverse fonti esistenti, ricostruisce la vita di Re Eolo. 

Per gentile concessione dell'autore riportiamo l'incontro con Ciane, la figlia di Re Liparo e sua futura moglie.

(...) Quando la stella del mattino annuncia la luce sopra la terra, e sul mare si stende l’aurora dal peplo dorato, allora apparve la bella fanciulla dai begli occhi, insieme alle sue compagne; portano vesti ben lavorate. La bella fanciulla scocca la freccia dal suo arco centrando il bersaglio. Tutte le fanciulle emisero un grido di meraviglia.

Io sbarcai dalla mia nave, la giovane donna mi osservava tranquilla, rimanendo al suo posto, dimostrando coraggio nel cuore. Stette dritta, senza esitazione, aspettandomi: «Mi inchino a te, o signora: sei dea o sei mortale? Se dea tu sei, della famiglia dei padroni del cielo, mi sembri certamente Artemide, figlia del potente Zeus, per bellezza e eleganza. Ma se tu sei mortale, tra chi vive sulla terra, siano tre volte beati il padre e la madre, tre volte beati i tuoi fratelli: perché sempre si addolcisce loro il cuore dalla gioia che tu infondi, quando contemplano un simile fiore muoversi nella danza. Sia soprattutto beato colui che ti sposerà portandoti nella sua casa. Non ho mai visto niente di simile con gli occhi, né uomo né donna: sono in soggezione anche solo a guardarti. Ti facciano molti doni gli dei, quanti ne desideri: ti diano il marito, la casa, la concordia gloriosa come compagna: niente è più bello, più prezioso di questo, quando l’uomo e la donna governano la loro casa come fossero un’anima sola: ai maligni questo dà invidia, ma è una gioia, invece, per gli amici, e i due hanno una splendida fama».

Mi rispose allora la fanciulla dalle forti braccia: «Straniero, io sono Ciane, la figlia di Re Liparo. Il mio popolo vive in armonia su queste isole, nel mare colmo di flutti infiniti. Tu sei Eolo, i tuoi compagni dicono che sei abilissimo nel sapere già prima i flutti del vasto mare, abilissimo nel sapere le tempeste di vento, nel guidare la rotta guardando al sole e alle stelle...

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