(gazzetta del sud) Il sostituto procuratore Francesco Massara ha chiesto il rinvio a giudizio del sindaco di Lipari, Mariano Bruno e del dirigente comunale del settore tutela del territorio Biagio De Vita, con l'ipotesi di omicidio colposo in concorso per la morte di una turista palermitana precipitata la sera del 24 agosto del 2005 in un burrone a causa della mancanza di barriere protettive lungo la scalinata che collega il porto della più piccola delle Eolie alle abitazioni dell'isola di Alicudi. Il sindaco Bruno e il dirigente comunale Biagio De Vita che saranno giudicati dal Gup del tribunale di Barcellona Marisa Salvo nell'udienza preliminare del prossimo 18 settembre, sono accusati «nelle rispettive qualità, di "imprudenza, imperizia e negligenza" per avere cagionato la morte di Alessandra Vitrano di Palermo».
Si contesta loro «di aver omesso di dotare di pubblica illuminazione e di idonei parapetti e protezioni laterali» la scalinata che in località Vallone collega il porto dell'isola di Alicudi alle sovrastanti abitazioni.
La vittima, una donna di Palermo in vacanza sull'isola coi familiari, la sera della disgrazia percorrendo la scalinata, sostiene la Procura, «proprio a causa della mancanza di illuminazione inciampava nei gradini e perdendo l'equilibrio, non essendoci protezioni laterali, precipitava nel sottostante burrone e a causa delle ferite riportate decedeva per arresto cardiocircolatorio». Per il magistrato inquirente la morte della donna sarebbe da imputare al comportamento degli indagati «in quanto la presenza della dovuta illuminazione, dei parapetti e delle protezioni laterali avrebbe evitato l'evento». Nella ricostruzione della vicenda gli inquirenti hanno rilevato – così come recita il capo d'imputazione contestato ai due indagati – che la scalinata, larga 2 metri e 50, in assenza di illuminazione e barriere protettive, presenta insidie – specialmente per i turisti – a causa di sconnessioni nei gradini che causano la perdita di equilibrio e possono determinare cadute nel burrone sottostante. Bruno è difeso dall'avv. Fabrizio Formica; De Vita dall'avv. Saro Venuto.