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venerdì 18 dicembre 2009

L'importanza del limite (di Samuele Amendola)

(Samuele Amendola) In questi giorni caratterizzati dal cattivo tempo, durante una delle tante traversate da e per Milazzo che per motivi di studio e di lavoro sono necessitato a compiere, ho potuto riflettere su taluni aspetti del vivere alle Eolie. Questo anche grazie all’aiuto di un viaggiatore, incontrato casualmente ( ma esiste il caso? ) proprio durante una traversata in nave verso Lipari. Mi chiedeva il viaggiatore: cosa significhi per me essere nato a Lipari, viverci, partire e ritornarci. Sono quattro domande per le quali servirebbe un intero libro per fornire una risposta compiuta. Senza dubbio nascere a Lipari è una fortuna, essere figli di questa terra “che profuma di miele” ( come ho scritto in una mia poesia ) è un dono che abbiamo ricevuto e che con saggezza siamo chiamati a custodire come un tesoro prezioso. Viverci significa incontrarsi ogni giorno con l’intera umanità, perché nel loro piccolo queste sette perle rappresentano il mondo intero, con le sue forze ed i suoi limiti. Viverci significa anche scontrarsi con dure realtà, con problemi, con il limite. Conversando con il viaggiatore abbiamo affrontato proprio il significato del concetto di limite, da intendere non come un qualcosa di negativo: il limite ci permette di capire la ricchezza di ciò che entro tale limite è racchiuso. Senza il limite, ad esempio, non esisterebbe il cerchio… Il voler andare oltre i limiti rischia di essere anche un qualcosa di fortemente pericoloso, e nella mitologia questo ci viene ricordato con la figura di Icaro, che vuole raggiungere il sole con ali di cera: spesso siamo noi questi Icaro, non ci fermiamo di fronte a nulla e crediamo di essere senza limiti. E’ importante spingersi sempre oltre, ma con la consapevolezza del limite. E’ vero queste isole ci limitano, per un verso, ma al tempo stesso ci offrono un modo per capire il senso da dare alla nostra vita, sta a noi saperlo cogliere…oppure soffermarci alla superficie, ma non dobbiamo dimenticare che “l’essenziale, spesso, è invisibile agli occhi”. Viaggiare è senza dubbio faticoso, comporta un andare oltre, oltre noi stessi e questo può essere compreso solo attraverso il limite che spesso ci viene posto dalla natura. La natura che in queste isole parla, quotidianamente, attraverso manifestazioni vulcaniche, attraverso la furia delle onde, attraverso il vento impetuoso. Sento attorno a me le solite polemiche, sui mezzi di trasporto, sulla inadeguatezza dei porti e ritengo che siano tutte cose condivisibili, da oltre 48 ore siamo isolati e questo non è semplice da sopportare, numerosi sono i problemi che l’isolamento comporta e li conosciamo benissimo tutti. E’ fuori dubbio che bisogna aver porti più sicuri, magari dotati anche di qualche comodità in più, e fuori dubbio che i mezzi di trasporto devono essere adeguati, moderni, rapidi e al tempo stesso sicuri. Ovviamente queste constatazioni, e le conseguenti azioni, non devono portarci a perdere di vista i nostri limiti. Con il vento di questi giorni, nessun megaporto avrebbe consentito l’arrivo di navi ed aliscafi, perché il problema in questi casi non è l’attracco, come avviene invece con lo scirocco, ma la navigazione; con queste forti folate neanche gli elicotteri possono levarsi in volo e anche qualche piccolo ed auspicato aereo avrebbe i suoi non pochi problemi. Inoltre, a meno che non si preveda un aeroporto in ogni isola, il problema in tutte le altre sei isole non verrebbe in alcun modo risolto. Pertanto, concludendo questa mia riflessione, vorrei che riscoprissimo tutti un profondo rispetto per la natura, ricordandoci, e questi eventi atmosferici ci aiutano, che non siamo noi i padroni del mondo, che siamo ospiti di questo giardino che sono le nostre isole, che dobbiamo amare, ascoltare e comprendere di più. Forse allora, saremo pronti a porre rimedio alle difficoltà, e sapremo progettare, ideare, realizzare opere, interventi, intelligenti e davvero utili per la nostra intera comunità.