La giunta provinciale di Messina è più numerosa di quelle di Catania e Palermo. Sia l'amministrazione provinciale del capoluogo siciliano che quella della città etnea hanno ridotto il numero degli assessori. Palermo (1.245.981 abitanti) ha portato i componenti della giunta a 12; Catania (1.087.568 abitanti) è scesa addirittura a 10. Insomma, una bella sfoltita in un'ottica di razionalizzazione della spesa pubblica.
Messina non ha fatto altrettanto, mantenendo a quota 15 il numero dei suoi assessori provinciali a fronte di 654.601 abitanti. Raffronti francamente stridenti, che hanno sollecitato così l'intervento del consigliere d'opposizione del Pd, Pippo Rao, il quale andando dritto al cuore della questione ha presentato al presidente Nanni Ricevuto una richiesta di riduzione del numero degli assessori. Troppi obiettivamente.
Rao suggerisce di portarli a un quarto dei consiglieri provinciali. «Tale gesto – sottolinea il consigliere – in linea con la tendenza che il legislatore ha previsto da tempo con legge finanziaria e ribadita dal recente decreto legge del marzo scorso che prevede per il 2010 la riduzione degli assessori negli enti locali, pur rinviandone l'obbligo alle amministrazioni che andranno ad elezioni, è un chiaro segnale nell'ottica di riduzione dei costi della spesa pubblica. D'altronde – prosegue – le Province di Palermo e Catania hanno già provveduto come era giusto che fosse. E chiaramente parliamo di enti con bilanci molto più sostanziosi rispetto a Palazzo dei leoni. Inoltre l'esiguità di somme per i capitoli di bilancio per alcuni assessorati, rendono gli stessi assolutamente impossibilitati a svolgere adeguate azioni, limitandosi tante volte alla ordinaria amministrazione, e in alcuni casi addirittura alla sola rappresentanza! Può un assessorato essere solo fonte di stipendio, visto che non è nelle condizioni di potere incidere fattivamente con risorse e mezzi sul contesto territoriale?. Né in questi anni di amministrazione Ricevuto – rimarca Rao – sono state intercettate adeguate risorse aggiuntive di provenienza comunitaria o si sono ricevuti segnali concreti dal governo nazionale "amico" in termini finanziari, che invece in campagna elettorale erano stati lanciati».
Al di là del colore politico, la riduzione degli assessori provinciali è certamente un provvedimento di buon senso che va esitato, a prescindere dai meriti (o demeriti) dei 15. Così come hanno già fatto a Palermo e Catania. O vogliamo farci sempre riconoscere?