Dopo un lungo pressing dei sindacati, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli ha convocato per il 6 settembre prossimo un tavolo di confronto sulla privatizzazione di Tirrenia. E ha inviato ai sindacati (Uiltrasporti, Orsa e Federmar Cisal) un invito a differire lo sciopero di 48 ore del 30 e 31 agosto. Ma la Uiltrasporti va avanti, confermando la protesta, disposta a violare anche la precettazione. E resta, così, a rischio il rientro a casa di 15-20mila passeggeri. Il ministro, ricordando che fino al 5 settembre fare scioperi è vietato dalla regola della franchigia estiva, ha spiegato che lo slittamento della riunione, che la Uiltrasporti aveva chiesto prima dello sciopero, è necessario perchè «qualche prospettiva si è aperta» e quindi vuole presentarsi all'incontro con «qualcosina in più» di concreto. In sostanza, con un quadro più chiaro e novità che potrebbe aver raccolto dall'amministratore straordinario di Tirrenia, Giancarlo D'Andrea, che deve occuparsi di trovare un acquirente.Ma, per il senatore dell'Italia dei Valori Stefano Pedica, il ministro «non ha soluzioni reali». In campo sono in due ad aver dichiarato interesse per il gruppo di navigazione. Mediterranea Holding, dopo essersi vista respingere da Fintecna (la finanziaria di Stato che ha il 100% di Tirrenia) la richiesta di slittamento dell'offerta agli inizi di agosto, torna alla carica con una proposta di acquisto di tutti gli asset di Tirrenia e della controllata siciliana Siremar, garantendo «il mantenimento dei livelli occupazionali e il rispetto rigoroso di tutti i servizi, in particolar modo di quelli che fruiscono delle sovvenzioni statali». La cordata guidata al 36% dalla regione Siciliana ha convocato per il 31 agosto l'assemblea dei soci per l'aumento di capitale. Su un altro fronte, il presidente di Moby, Vincenzo Onorato, che vuole acquistare solo Tirrenia (senza Siremar, dunque), nei prossimi giorni contatterà D'Andrea per avviare una trattativa.«Unica soluzione» possibile per Tirrenia, prospettata oggi dal sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia, è una divisione in «good e bad company», come quella adottata per Alitalia, con la vendita delle sole parti buone. Ipotesi che fa temere al segretario nazionale Ugl trasporti Roberto Panella «decisioni già prese senza il coinvolgimento del sindacato», e ritenuta una soluzione da scongiurare dal capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta. Matteoli ha detto di non saperne nulla e ha osservato che «se non si trova una soluzione per il 30 settembre», scadenza indicata dall'Unione europea per concludere la privatizzazione di Tirrenia e delle controllate regionali Siremar (Sicilia), Saremar (Sardegna), Toremar (Toscana) e Caremar (Campania), «dovremo prorogare le concessioni e trovare un accordo in Europa».
Intanto Mediterranea Holding si prepara a presentare una nuova offerta per Tirrenia e per la controllata siciliana Siremar. Lo rende noto un comunicato, in cui la cordata guidata al 36% dalla regione Siciliana fa sapere che “é stata convocata per il 31 agosto 2010 l’assemblea dei soci della Mediterranea Holding di Navigazione per deliberare sull’aumento di capitale, in seguito alla proposta di acquisto formulata dalla Mediterranea che consiste nel rilevare la compagnia di navigazione Tirrenia con tutti gli asset”. Nella proposta avanzata, “Mediterranea garantisce il mantenimento dei livelli occupazionali ed il rispetto rigoroso di tutti i servizi, in particolar modo di quelli che fruiscono delle sovvenzioni statali”.