Esordisce con le scuse per la poco felice scelta del Palaghiaccio come sede del congresso (una cupola nel cuore della Plaia, già normalmente inferno di auto, figurarsi in una calda domenica estiva); segue il grazie ai tanti che hanno condiviso la stagione politica inaugurata dall'Mpa e tra questi in primis a Beppe Lumia, artefice da senatore del Pd della scommessa culminata nell'alleanza.
Poi va sempre più su coi toni Raffaele Lombardo, si accalora fino a sgolarsi nel rivendicare la sua autonomia da Roma e dai poteri forti, dalle segreterie e dalle logiche affariste, nel dire ancora no ai termovalorizzatori e alle aziende che saccheggiano il territorio per portare altrove i profitti. Non si interrompe quando le curve del palazzetto affollate di giovani agitano bandiere e lo acclamano; va avanti di filato per un'ora esatta, appassiona la platea, scalda i più coriacei sostenitori e si conquista una standing ovation, già preventivata ma forse non nella convinzione che l'ha accompagnata dagli spalti alla prima fila occupata da quasi tutti i "tecnici" della sua giunta e da parlamentari.
Un discorso al colto e all'inclita, alla guarnigione presente e agli osservatori distanti, di totale apertura. Di disponibilità a ragionare su tutte le variabili maturate nelle ultime settimane: primarie, rapporti più estesi a sinistra, aggiustamenti e nuovi ingressi nell'esecutivo, elezioni anticipate, accelerazione nelle riforme.
Nessun paletto, né opposizione preconcetta, sta bene tutto al leader del Movimento che analizza lo scenario di ieri e di oggi, rivendica di aver percepito con buon anticipo la necessità di correttivi a un bipolarismo che la gente non tollerava più; di aver conncorso a celebrare la fine di vecchi schemi e antiche categorie come destra-sinistra per privilegiare i contenuti e la concretezza dei programmi e delle cose da fare.
Su una cosa poi si accende, tuona e fa rimbombare la sala: nessuna rinuncia all'autonomia, nessun cedimento sul valore dell'autonomismo con cui ha caratterizzato la sua presidenza: autonomia dal governo centrale e dalle politiche di lobbyes che hanno penalizzato la Sicilia. Per il resto: «parliamone».
Lascia quindi spiragli all'eventualità sollevata dal Pd di anticipare il ricorso alle urne nell'anno prossimo ma auspica e pressa per un rafforzamento dell'alleanza Mpa-Terzo polo. Progetto che farà un ulteriore passo a fine anno con i congressi regionale e nazionale dell'Mpa. Un'impronta autonomista sulla quale ha chiamato a raccolta almeno 50 mila militanti fra i quali sceglierne alcune migliaia col ruolo di trainer per poi selezionare al loro interno la futura classe dirigente. Un'autonomia che Lombardo vorrebbe leggere anche nel dna di "Forza del Sud" del suo ex alleato Gianfranco Miccichè ma che non vede emergere con chiarezza se rimane legata e magari appiattita sulle posizioni del Pdl.
Poi di fatto insedia il coordinamento che dovrà preparare i nuovi appuntamenti e nell'investire i capigruppo di Senato e Camera lancia un messaggio distensivo a Carmelo Lo Monte. Premesse e promesse di rinnovata partecipazione che consolidano la sua leadership.
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