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martedì 10 aprile 2012

“SCENE DI ORDINARIA DISORGANIZZAZIONE” di Livio Sciacchitano

Riceviamo e pubblichiamo:
Nei giorni successivi alle festività i mezzi di trasporto sono più affollati, è cosa nota a tutti. Quindi colui che deve viaggiare prenota in anticipo il biglietto per evitare di non trovare posto. Così sono andato alla biglietteria degli aliscafi il giorno prima della partenza, trovando però gli sportelli chiusi, con affisso semplicemente un avviso che avvertiva che le corse erano sospese a causa delle condizioni meteo-marine avverse. Sorvoliamo sul fatto che tale avviso fosse scritto solo in italiano (con buona pace dei turisti stranieri che iniziano a venire nelle nostre isole). Il fatto che i mezzi non viaggiassero non solo è stata considerata causa sufficiente alla chiusura dello sportello, ma non c’era neanche un avviso circa l’orario di riapertura dello stesso. Due volte mi son recato alla biglietteria per prenotare, ma nessuno era presente. E stamane, come prevedibile, ho dovuto rinviare la partenza perché, giunto in biglietteria, il nervoso bigliettaio rendeva noto ai presenti che le corse delle 9:15 e delle 11:15 erano entrambe piene. Bilancio complessivo del disservizio: due viaggi a vuoto in biglietteria e 3 ore di ritardo per la partenza. Come si può pensare di fare turismo se i trasporti sono lasciati alla disorganizzazione più totale? Se per prenotare un viaggio bisogna avere la “fortuna” di trovare qualcuno in biglietteria? Per non parlare poi del fatto che gli orari di partenza siano del tutto inattendibili, poiché all’inizio della stagione turistica il maggiore afflusso di viaggiatori provoca un rallentamento delle operazioni di imbarco, e quindi un ritardo cronico che si accumula fin dalle prime corse, per poi aumentare nel corso della giornata. Poiché si tratta di un fatto prevedibile e non di certo eccezionale (sono oltre 10 anni che viaggio ed è sempre stato così), perché non cambiare gli orari di partenza (tenendo conto del maggior tempo di imbarco necessario nel periodo estivo) piuttosto che lasciare le persone in attesa sotto il sole, con l’incognita di perdere le coincidenze con gli altri mezzi a causa del ritardo? Come si può pensare di fare turismo se non si è in grado di intervenire su problemi così elementari e la cui soluzione sarebbe, tutto sommato, semplice?
Dario Sciacchitano

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