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giovedì 24 maggio 2012

Caterina Conti scrive a Monsignor Miccichè

A Sua Eccellenza
Francesco Miccichè
Vescovo ed Arcivescovo di Trapani

Carissimo.
Le bacio tutte e due le mani con deferenza. E’ incredibile che possano accadere cose del genere, ma è a volte la punizione degli uomini per avere tra di noi grandi ed integerrimi uomini .Lei che nei 10 anni in cui è e per i quali rimane sempre il nostro vescovo e che è stato il fautore della primavera eoliana. Ci ha fatto respirare un’aria nuova, dandoci coraggio e facendoci scrollare l’appiattimento  e l’abulia nella quale eravamo caduti
Ha  creato la scuola di politica per sospingere i nostri giovani, così come ha detto oggi il nostro Presidente della Repubblica  Giorgio Napolitano, a partecipare alla vita politica smuovendo quelle che erano delle situazioni di potere consolidato  incancrenito, ha dato coraggio a noi donne di creare il movimento degli imprenditori eoliani e di tutto e di più.
Ha aiutato a iniziare il loro percorso educativo a tutti i giovani sacerdoti che adesso popolano le nostre eolie e sono i nostri parroci, ha migliorato e reso  confortevoli situazioni del clero che erano andate in decadimento. Se fosse rimasto chissà quante cose belle ed importanti avrebbe potuto continuare a fare, ma mi rendo conto che bisogna sempre ubbidire.
Quando sono venuta a Trapani ed ho visto la moltitudine di persone e le centinaia di giovani che la accoglievano festanti sono stata felicissima per Lei, ma quando ho visto tutto quel clero sicuramente splendido ma  una parte del quale sicuramente incancrenito nelle sue posizioni ( è evidente che sono state mie sensazioni personali) ho tremato per Lei pensando a tutte le battaglie che avrebbe dovuto affrontare.
Quando nelle volte successive sono tornata a trovarla e ho visto le cose grandiose straordinarie che Ella andava facendo per quella comunità, ho tremato sempre di più pensandola stretta nella morsa tra mafia e massoneria.
Non a caso ho saputo di quanto Le hanno fatto nell’anniversario della uccisione di Falcone e di Borsellino.
So che Iddio Le da la forza di sopportare una tale prova, ma se esiste giustizia, dovrebbe anche intervenire affinchè le forze distruttive del bene e dell’intransigenza e del coraggio non siano annientate. Molto spesso questo avviene a distanza di molto, troppo tempo per la vita degli uomini.
Preghiamo per Lei e La abbracciamo con tutto l’affetto possibile e Le baciamo le mani.
Caterina Conti

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