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domenica 20 maggio 2012

Lino Natoli. Lettera aperta a Mons. Miccichè

di Lino Natoli
Eccellenza Reverendissima, apprendo da organi di stampa che le autorità vaticane hanno assunto la gravissima decisione di rimuoverla dal suo incarico di Vescovo della diocesi di Trapani. Si tratta di un provvedimento incomprensibilmente violento che colpisce la sua persona, la comunità trapanese ma anche tutti coloro che negli anni hanno avuto la fortuna e l'onore di poterla conoscere ed apprezzare.
Ciò che in particolare risulta inaccettabile è che un atto così estremo non sia stato accompagnato da alcuna motivazione,  segno che dentro la Chiesa c'è ancora chi ritiene di poter esercitare la propria autorità non attraverso la forza della verità ma con la prepotenza ed il disprezzo della dignità della comunità dei credenti. Non ho la sufficiente conoscenza dei fatti per poter entrare nel merito delle vicende giudiziarie che hanno riguardato la sua diocesi, mi basta sapere però che la magistratura inquirente ha pubblicamente dichiarato che il Vescovo di Trapani risulta essere parte lesa nelle indagini che sono tutt'ora in corso.
Io l'ho conosciuta come persona coraggiosa, ostinatamente protesa verso la verità e la giustizia. Uno sforzo costante ed incondizionato, impermeabile alle minacce del potere politico, alle maldicenze dei calunniatori, alle lusinghe dei corruttori di coscienze che ammorbano questa nostra povera terra siciliana. Che un uomo come lei, costantemente in guerra contro l'indolenza, contro la meschinità di certi compromessi, contro l'umiliazione della gioventù esposta a continui ricatti, contro l'arroganza di strutture di potere che continuano a perpetuarsi ed ad espandersi nella società come metastasi, potesse trovarsi a dover affrontare nemici pericolosissimi è stato sempre chiaro, persino scontato. Meno scontato è che l'attacco alla sua persona venga sferrato proprio dall'interno di quella Chiesa che avrebbe dovuto costituire la sua difesa più sicura.
Continuo a pensare, come molti anni fa, quando avevamo la possibilità di dibattere anche pubblicamente su questi temi, che certa gerarchia, per salvaguardare il proprio potere ed i propri privilegi, sia costretta mantenere una posizione di contiguità con ambienti politico-affaristici assolutamente incompatibili con il vangelo di Cristo. Un atteggiamento devastante che ne distrugge l'autorità morale e la pretesa di essere guida per  la comunità.
Il cristiano, qualsiasi ruolo svolga, qualsiasi posto occupi, ha il dovere di ricercare la verità, di proclamarla, di difenderla. La mia stima ed il mio rispetto nei suoi confronti rimangono intatti proprio perché ha voluto affermare e difendere la verità sino alle estreme conseguenze, esercitando con onore i suoi doveri di vescovo, di cristiano, ma soprattutto, di uomo .
In questo momento così doloroso, per quello che può valere, la prego di credere nella mia solidarietà e nella mia convinta ammirazione per la sua opera. La mia fede è troppo debole per giungere a tanto, ma la sua che è solida e vera possa darle la certezza che il giusto non verrà mai abbandonato ed il suo nome non sarà dimenticato. Con affetto.

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