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venerdì 25 maggio 2012

Monsignor Miccichè. Lettera aperta della signora Aurelia Costa D'Albora

A Sua Eccellenza
Francesco Miccichè
Vescovo ed Arcivescovo di Trapani
Eccellenza reverendissima,Monsignore Carissimo,
 mi scuserà se le riservo poche righe a testimonianza di questa triste vicenda che ingiustamente La vede coinvolto.
Desidero mostrarle al contrario tutto l'apprezzamento e la gratitudine che Le appartiene, per la sensibilità e la partecipazione ai problemi della nostra gente e per il grande affetto che ha avuto per questa terra eoliana che porta il ricordo di un Padre amorevole,giusto e operoso anni or sono.
La realtà nella quale dopo è stato chiamato ad operare è vasta e molto piu' complessa della nostra, una grande comunità sicuramente a tratti arida e tortuosa ma che con i Suoi progetti innovativi alimentati da Cristo è riuscito a far rifiorire agli occhi di tutti, giovani e adulti ed anche ai miei.
L'estenuante lavoro,la tenacia e l'amore che lo ha contraddistinto non trova riscontro in questa assurda circostanza priva di giustizia sociale e principalmente assente da esempi per le nuove generazioni.
Il nodo ancora stretto che tenta di soffocare ogni giorno l'onestà e la nobiltà di tante comunità deve trovare solidarietà in noi fedeli,uniti umilmente contro la vanità e la sete di potere come il costante esempio da Ella mostrato con il Suo sempre splendido operato.
Aver impattato nei "vitelli d'oro", che sottraggono coscienza oltre che alla gente comune anche a volte nel mondo del clero, non deve farci vacillare per non lasciare spazio alla vanità,avidità e potere che restano gli idoli che sostituiscono gli insegnamento di Dio Padre.
Il mio piu' grande augurio è quello che vengano cercate e poi trovate coscienza e giustizia,per distinguere attraverso la forza della preghiera di Dio Padre, le responsabilità reali per un prossimo ravvedimento.
La Sua prova oggi è la prova di tutti noi che la portiamo nei nostri cuori.Grazie ancora per essersi dato.
Un forte abbraccio pregando insieme per lei.
Affettuosamente,
Aurelia Costa d'Albora

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