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lunedì 18 giugno 2012

Mancata aggiudicazione Siremar c'è anche un risvolto penale? (L'articolo di Subba sulla Gazzetta del sud di ogg)

Peppuccio Subba (Gazzetta del sud)
La privatizzazione di Siremar S.p.A. è rientrata nel tunnel dell’incertezza.
Come si ricorderà, per l’assegnazione della società di Stato furono presentate, lo scorso anno, due manifestazioni d’interesse da parte di:”Compagnia delle Isole S.p.A.” che ha offerto 69 milioni di euro e da “Società di navigazione Siciliana S.p.A.” che ha offerto 55 milioni di euro.
La procedura, ai fini dell’aggiudicazione della gara, era basata sul prezzo più alto.
Dal raffronto delle offerte è risultata aggiudicataria la “Compagnia delle Isole”, una cordata formata dalla Mediterranea Holding di Navigazione (partecipata della regione Siciliana), che detiene il 60% del capitale sociale, dall’armatore Lauro e da altre società e operatori economici di Messina, Milazzo e Lipari.
Il 20 ottobre 2011 il commissario straordinario della Siremar, Giancarlo D’Andrea, e la “Compagnia delle Isole” hanno sottoscritto il contratto di cessione del compendio aziendale.
Ma l’aggiudicazione e la successiva stipula dell’atto sono state impugnate dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, da Vittorio Morace, presidente della “Società di Navigazione Siciliana”, una cordata formata da “Caronte & Tourist” e “Ustica Lines”.
Il TAR ha accolto il ricorso e, con sentenza del 7 corrente, ha annullato la gara perché ha individuato, nella procedura di assegnazione, un illegittimo aiuto di Stato, in quanto l’offerta della “Compagnia delle isole” era supportata da una fidejussione bancaria, emessa da Unicredit S.p.A., ma garantita, in prima battuta, dalla Regione Siciliana. L’obbligazione regionale ha consentito alla “Compagnia delle Isole” di produrre un’offerta conforme alle prescrizioni contenute nella lettera d’invito e, comunque, superiore al prezzo minimo d’acquisto.
Di contro la società ricorrente ha presentato, a suo tempo, regolare fidejussione per cui ritiene di essere legittimata, all’assegnazione di Siremar, salvo ricorso al Consiglio di Stato da parte di “Compagnia delle Isole S.p.A.”.
L’irregolarità dell’aggiudicazione, sancita dai giudici amministrativi, ha avuto un risvolto penale.
Infatti, la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un’indagine sull’operazione Siremar e ha ordinato alla Guardia di Finanza di sequestrare documenti e computers di dirigenti e funzionari del dipartimento regionale bilancio, coinvolti nella gara per la privatizzazione della società di Stato.
Pare che la garanzia concessa dalla Regione, per 30 milioni di euro, non sia stata autorizzata da una delibera della giunta regionale o da una disposizione legislativa, votata dall’ARS.
Si vocifera che anche l’assessore regionale all’economia, Gaetano Armao, interpellato sul rilascio della garanzia, ha dichiarato di non essere a conoscenza sulla procedura adottata.
Ma l’indagine della Magistratura Romana rischia di avere un seguito anche sul rifiuto opposto dalla Sicilia di rilevare, gratuitamente, il pacchetto azionario Siremar così come hanno fatto la Campania (per Caremar), la Sardegna (per Saremar) e la Toscana (per Toremar).
Il comportamento della Regione era stato contestato da alcune parti politiche.
Ma il governatore, Raffaele Lombardo, in risposta ad alcune interrogazioni, aveva precisato che nel 2010 l’assegnazione gratuita della Siremar avrebbe comportato l’accollo di una zavorra di debiti pari a 100 milioni di euro.
La tempesta giudiziaria amministrativa e penale prolungherà i tempi di gestione della Siremar che, da alcuni anni, versa in difficoltà economico – finanziarie.
Infatti, la società con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, del 17 Settembre 2010, è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria e con sentenza n. 381 del 5 Ottobre 2010, emessa dalla sezione fallimentare del Tribunale di Roma, è stata dichiarata in stato di insolvenza.
La corsa ad ostacoli della privatizzazione di Siremar rende incerta l’economia delle 14 piccole isole siciliane, perché, da tempo, registrano continui disservizi marittimi gestiti dalla stessa società.
Le sospensioni e i ritardi di corse, (specie degli aliscafi), divenuti una costante, nonché le “tariffe capestro”, applicate ai non residenti, mettono in forse il turismo, che costituisce la maggiore se non l’unica componente delle economie isolane.
È augurabile che gli organi preposti accelerino tutte le procedure per consentire alla Siremar di passare dalla mano pubblica a quella privata e ridare così tranquillità agli abitanti e agli operatori economici delle piccole isole e ai 500 dipendenti della società.

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