Tutti volevano l'isola pedonale.
Ora che c'è, quasi tutto vogliono un permesso per poterci passare con la
propria macchina. Ciascuno accampa le ragioni più nobili, fino ad oggi non mi è
capitato di sentirne una che non fosse sensata.
Gli invalidi reclamano i loro
diritti, spesso estesi a familiari, consanguinei, amici e vicini. Talvolta
basta un piccolo talloncino per raggiungere la felicità. Si vedono in giro
invalidi di ogni tipo, qualcuno veramente bisognoso di muoversi con un mezzo
meccanico perché non in grado di spostarsi con le proprie gambe, la stragrande
maggioranza sembra invece reduce da un viaggio a Lourdes: parcheggiano per poi
raggiungere bar e negozi con agilità che sa di miracoloso. Si dice che nella
sola isola di Lipari circolino circa seicento auto con permesso per invalido,
qualcuno stima che siano addirittura duemila, se fosse così le autorità
sanitarie dovrebbero immediatamente aprire un'indagine: duemila invalidi su una
popolazione di circa ottomila persone (escluso bambini non in età da patente)
costituiscono una cifra più che inquietante. Ma se anche fossero solo seicento
la situazione non sarebbe tanto più confortante. Evidentemente siamo diventati
deboli di costituzione.
Ci sono poi quelli che, pur non
avendo il garage, vogliono comunque la macchina sotto casa. L'automobile non è
più un mezzo di locomozione, è un genere di conforto. Il solo poterla vedere
affacciandosi dal balcone rende i proprietari più sereni. Anche gli esercizi
commerciali si lamentano, le vendite calano, i clienti, non potendo usare
l'auto, diventano più avari, spendono meno; passeggiare a piedi tra i negozi e
guardare le vetrine deprime il commercio.
Il carico e scarico viene
garantito, ma solo sino ad una certa ora: una stravaganza inaccettabile che può
andare bene in tutte le altre parti del mondo ma non da noi. C'è chi non fa
altro che caricare e scaricare tutto il giorno. Un'attività indefessa che
sembra quasi un supplizio biblico. Ci sono, infine, coloro che, pur essendo
favorevoli in linea di principio, sostengono che insieme alla chiusura delle
strade andrebbero previsti: bus elettrici, parcheggi gratuiti e diffusi in
tutte le aree in prossimità dell'isola pedonale, taxi a basso costo ed auto
elettriche a servizio degli invalidi. Non avendo questi non si può chiudere il
centro storico al traffico, e siccome tanto presto non li avremo, allora meglio
lasciare tutto aperto.
Tralascio le ragioni di chi vuole
passare perché deve andare a lavorare, perché ha la suocera che ogni tanto vuol
fare un giretto e perché è abituato ad usare l'auto per andare dall'edicola
alla posta.
L'assessore al traffico tiene
duro, insensibile ai penosi lamenti del liparoto malato e stanco, procede per
la sua strada disseminando cortesi rifiuti e gradevoli fioriere. Sperano in un
suo cedimento, auspicano un'inversione di marcia, implorano un gesto di pietà.
Se saprà rimanere irremovibile, presto avrà il riconoscimento di tutti, anche
di chi oggi si lamenta: andare a piedi fa bene alla salute. Se cederà ci
andremo di mezzo tutti, ma la promessa è stata il cambiamento e le promesse si
mantengono, anche se dire no ad un povero impiegato che non può raggiungere in
auto il suo posto di lavoro può spezzare il cuore.
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