“Sono oltre 10 mila le imprese che hanno chiuso i battenti in Sicilia nell’ultimo anno, ma e’ un dato che si riferisce a febbraio e a fine anno saranno certamente molte di piu’. L’Isola e’ la regione che ne perde di piu’ ed abbiamo dei settori, come l’edilizia dove il crollo e’ stratosferico, perche’ non c’e’ piu’ l’investimento pubblico nelle infrastrutture e l’edilizia privata ha subito un forte contraccolpo”.
A dirlo Piero Agen, presidente di Confcommercio sicilia, per il quale la strategia da adottare “a livello regionale e nazionale e’ l’uso dei fondi europei per rilanciare l’edilizia, un comparto in cui ogni investimento ha un effetto moltiplicatore da 3 a 5″. Numeri allarmanti che non risparmiano neppure Palermo.
“Nel 2013 – dice Rosanna Montalto, vicepresidente della commissione Sicurezza e legalita’ di Confcommercio nazionale – ci aspettiamo la chiusura di 8 mila aziende. Viviamo in condizione drammatica e ci aspettiamo dal governo strumenti di sostegno reali”. “Abbiamo una spesa pubblica pari a 750 miliardi di euro – ricorda – la piu’ alta d’Europa, che serve a mantenere orticelli e clientele: e’ li’ che bisogna tagliare, perche’ le imprese hanno gia’ pagato e adesso non possono aspettare piu’”. Da Agen arriva allora una proposta: “Concentriamo i fondi europei – spiega – su una grande operazione di messa in sicurezza dei centri storici e dei palazzi pubblici. La Sicilia e’ la terra piu’ sismica d’Italia, aspettiamo che la nuova Aquila abbia il nome di una citta’ siciliana oppure preveniamo investendo in sicurezza?” “Secondo noi -conclude il leader di Confcommercio Sicilia-sarebbe un’operazione intelligente perche’ oltre ad evitare tragedie rilanceremmo l’economia”.
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