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lunedì 21 ottobre 2013

CROCETTA RIBALTA IL TAVOLO: PRIMA SAVONA, POI GLI ALTRI

Intanto ha rotto l’assedio: sindacati, imprenditori, partiti di opposizione e di maggioranza lo avevano messo in croce con la storia del “governo degli annunci”. Ora devi governare, ripetevano con accenti diversi, come una litania. L’assalto al Palazzo d’Orleans. Pronti a metterlo con le spalle al muro. A cominciare dal Pd, il suo partito; e poi i grillini con la loro mozione di sfiducia, le opposizioni in fibrillazione, gli alleati inquieti. E l’Assemblea ad attenderlo in armi.
Sabato mattina, 19 ottobre, per Rosario Crocetta sarebbe stata una giornata come un’altra con le sue pene quotidiane, il bisogno di fare quadrare i conti, i nemici alle porte, se non avesse sfogliato il quotidiano “La Repubblica” e non avesse letto il reportage di Salvo Palazzolo dedicato alla zona grigia.
In un riquadro, dentro il paginone, c’era la fotina di Riccardo Savona. Scorrendo il testo, ha appreso che il deputato regionale Drs era in rapporti d’affari con un imprenditore, indiziato di essere, a sua volta, in affari con Matteo Messina Denaro, la primula rossa della mafia siciliana, l’ultimo dei mohicani, il latitante per eccellenza.
Non è che il governatore non sapesse. Sapeva, eccome. Non riceve le veline dei Servizi, come il Presidente del Consiglio, ma ha i suoi canali d’informazione. E la notizia non era affatto nuova.
L’appartenenza alla zona grigia, però, non è un marchio d’infamia, perché non significa niente se non c’è un pezzo di carta che materializzi il reato, il favoreggiamento, il concorso. Giusto, ma la Sicilia è un’altra cosa, qui la mafia l’ha fatta da padrona per decenni, sopravvive grazie alla zona grigia, quell’area di colletti bianchi, imprenditori, professionisti che aiuta le “famiglie”, facendo affari con loro. Perciò bisogna fare piazza pulita proprio nell’area di mezzo. Una parola. È più difficile che assicurare alla giustizia criminali pericolosi.
Nei minuti che hanno preceduto l’ingresso nel salone, dove era atteso per il congresso dei Democratici riformisti siciliani, Rosario Crocetta ha meditato, ma come può farlo chi si fa guidare dall’istinto. Velocemente e senza calcoli complicati. I Democratici riformisti siciliani sono nati per dargli una mano, questo non avrebbe potuto ignorarlo. Ma fare finta di niente, non per come stanno le cose, non era possibile. Non poteva non sapere, e quel giornale che gli avevano messo sotto il naso, era lì a ricordarglielo. Magari il giorno dopo su quel giornale o altra testata avrebbe trovato la sua foto con l’impresentabile.
Giunto a destinazione, i metri che lo dividevano dal palchetto dei dirigenti sono stati attraversati da Rosario Crocetta con il pensiero di Pio La Torre in testa. L’ex segretario del Pci ucciso dalla mafia s’era trovato tanto volte in cattiva compagnia, ma in una circostanza, memorabile, non l’aveva sopportato. “C’è qualcuno che qui non dovrebbe starci…”, aveva detto al microfono, lanciando il suo messaggio “di guerra”.
E così ha fatto, come Pio La Torre. Riccardo Savona ha ascoltato ed è andato via. Si è sentito il destinatario dell’invito. Avrebbe potuto fare finta di niente? Probabilmente sì. Ha preferito “obbedire”, togliendo d’imbarazzo se stesso e la folla dei presenti; poi a mente serena, ma non troppo, ha diffuso una nota, stringata e sbrigativa, nella quale respinge le insinuazioni e annuncia iniziative a tutela della sua dignità.
Rosario Crocetta, dal canto suo, avrebbe potuto fare sapere a chi di dovere, discretamente, di non gradire quella presenza. O non partecipare, inventandosi un plausibile impegno sopravvenuto. Né Crocetta, né il deputato Drs, hanno scelto alternative, ed hanno creato “il caso”.
Non finisce qui, questo è sicuro. Le implicazioni potrebbero essere molto rilevanti. Il condizionale è d’obbligo: in Sicilia vige il principio di Lavoisier – niente si crea e niente si distrugge – in ogni manifestazione della vita istituzionale, politica ed umana.
Il futuro prossimo, però, può riservare sorprese. Il presidente della Regione, per esempio, parteciperà ai congressi del Partito democratico, dove si potrebbero registrare presenze indesiderate. Fra gli indagati della formazione ci sono parlamentari e dirigenti Pd. Crocetta riproporrà l’incompatibilità?
Il presidente della Regione parteciperà alle sedute d’Aula dell’Assemblea regionale – il 25 ottobre è stata convocata l’Assemblea per un dibattito sulla tenuta della maggioranza, che lo vede protagonista, e sui banchi di Sala D’Ercole troverà Riccardo Savona, seduto a buon diritto con i suoi colleghi. E non solo lui.
Il problema c’è. Intanto, nessuno può far finta di niente: la zona grigia c’è e va combattuta. Anzi, è una priorità.

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