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martedì 1 ottobre 2013

Ricordando Pino “color” (di Michele Quadara)

Ciao Pino, è con incredulità che ieri sera ho appreso la notizia della tua dipartita.
Sono rimasto senza fiato. Quando sono andato via dall’ospedale e ho salutato Agostina, Maurizio e le tue figlie, mi sentivo più sollevato, l’intervento era andato bene. Poi un fulmine a ciel sereno. Sentendomi al telefono con qualche collega traspariva dalle nostre voci il dolore per la perdita di “Pino color”, così ti abbiamo sempre chiamato affettuosamente. Dolore certamente non paragonabile alla sofferenza dei tuoi familiari. Subito scorrono nella mia mente i ricordi: la tua risata contagiosa, il suono allegro del tuo cellulare con la melodia di una tarantella, lo scambio delle nostre opinioni, insieme a Nino Allegrino, sulla qualità delle macchine fotografiche. Quando c’era da immortale un momento particolare della nostra vita nel “capannone” a chi ci rivolgevamo? A Pino color, sempre pronto con la sua macchina fotografica. Anche ieri mattina hai avuto il tuo ennesimo gesto di affetto verso di noi: ci hai portato “i survi” (le sorbe).
Questa mattina arrivando in ufficio ho trovato dietro la porta il tuo amichetto, il cucciolo bianco che come tutti i giorni ti aspettava per fare il giro in moto insieme a te. Come spiegargli che Pino non verrà più, che non ci aprirà più gli uffici la mattina? Forse non c’è bisogno di farlo, lo capirà da solo. Prego il Signore perché nella Sua infinita misericordia ti accolga nella Patria Celeste. Da lassù ne potrai fare di foto ma soprattutto potrai intercedere per la tua famiglia e i tuoi cari. Quante foto mi hai fatto vedere: paesaggi, fiori, i gabbiani all’alba; ieri l’ultima: un tramonto, quello della tua vita terrena. Mi mancherai. Anzi ci mancherai. Ciao “Pino Color”.
Michele Quadara

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