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sabato 25 gennaio 2014

Regione, Crocetta chiede aiuto al Governo "attentato all'ordine sociale della Sicilia"

II governo Crocetta chiede aiuto a Palazzo Chigi. L'impugnativa di buona parte della finanziaria da parte commissario dello Stato ha «bloccato» 500 milioni di euro, spostandoli in un fondo a salvaguardia dei residui attivi (crediti difficilmente esigibili), lasciando senza copertura finanziaria le leggi di rifinanziamento della spesa, con migliaia di dipendenti di enti, consorzi e associazioni che non potranno ricevere stipendi. L'assessore regionale all'Economia, Luca Bianchi, ha già preso contatti a Roma col ministero del Tesoro e col dicastero degli Affari regionali «per dimostrare carte alla mano l'infondatezza dell'impugnativa».
Intanto il governo Crocetta intende portare in Assemblea regionale, entro una settimana, un disegno di legge di variazione per garantire almeno il pagamento degli stipendi del personale di enti, teatri, consorzi e associazioni, scoperti in bilancio. Due le ipotesi: trattare col commissario dello Stato il recupero di almeno 200 milioni dal fondo sui residui attivi oppure recuperare le risorse tagliando ulteriormente dal bilancio, che intanto sarà pubblicato dopo l'ok dell'aula, convocata per oggi pomeriggio.
«Sono veramente indignato perchè questo è un attacco all'autonomia siciliana». L'ha detto il presidente della Regione, Rosario Crocetta, intervenendo a Gela, all'inaugurazione di un centro di radioterapia. Il presidente ha anche sostenuto che in Sicilia «bisognerebbe costituire l'Alta corte e abolire la figura del Commissario dello Stato».
Il governatore, è tornato ad attaccare il Commissario dello Stato che ha impugnato gran parte della finanziaria regionale: «Non può scoprire la presenza dei forestali nel 2014. Lo doveva scoprire 20 anni fa; come non può scoprire adesso che la società Resais ha 3.600 dipendenti, l'avrebbe dovuto scoprire quando dava parere positivo alle assunzioni».
«Non è che il commissario si salva la coscienza rispetto alle omissioni degli anni passati, cominciando ora a fare il rigorista sociale e mandando al massacro i poveri?». Per Crocetta «è una balla il fatto che non c'è copertura finanziaria sulla legge di stabilità. C'è una lettera del ministero dell'Economia in cui si afferma che la copertura finanziaria esiste».
«L'unico che non applica il rigore in Italia sui dipendenti pubblici è lo Stato. La Sicilia ha meno dipendenti pubblici della Lombardia e del Lazio, siamo pronti a consegnare allo Stato quei dipendenti che in Sicilia svolgono funzioni statali». conclude Crocetta.
«In Sicilia è in atto un attentato all'ordine sociale da parte dello Stato». È la dura reazione del governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, all'impugnativa da parte del commissario dello Stato delle norme di spesa della finanziaria, 500 mln bloccati. «Ci sono 40mila persone a rischio», dice Crocetta. «Il commissario dello Stato non ha mai tutelato la Sicilia. Perchè fino al 2012 ha permesso l'assunzione in società della Regione di migliaia di persone di aziende in crisi? Perchè fino al 2012 ha permesso che si allargassero le maglie del precariato? Perchè ha concesso l'erogazione di denaro pubblico sotto forma clientelare?».
«Da questa impugnativa emerge la rottura storica del patto sociale Stato-Regione siciliana nel '46. Se fosse accaduto in Lombardia, Bossi avrebbe organizzato un referendum per la secessione e sarebbe stato applaudito dalla classe dirigente». «Si sta uccidendo la Sicilia e la sua autonomia».
Sulla possibilità di un eventuale mandante politico: «Un mandante politico? Sarebbe gravissimo, sarei un ascaro di Roma?»
Il governatore Crocetta ha aggiunto: «Con questa impugnativa, il commissario dello Stato ci dice che dobbiamo chiudere i musei, i teatri pubblici, che dobbiamo abbandonare i disabili, i ciechi, i sordi, le persone disagiate». «Il commissario Carmelo Aronica prosegue Crocetta - è colpevole di gravissimi omessi controlli commessi fino a due anni fa e ora si ripulisce la coscienza con un pronunciamento che vuole scaricare sul mio governo i disastri del passato - ha lamentato Crocetta - Io non ci sto».
«Per il commissario dello Stato tutti i tagli alle spese ed eventuali aumenti di tasse devono andare a coprire disavanzo e residui attivi fatti dai precedenti governi, certamente non dal mio. È una logica assurda: così lo Stato va contro il sistema sociale, va contro lo sviluppo. Deprime l'economia, ci toglie l'autonomia».
-Il Commissario dello Stato per la Regione Siciliana ha impugnato dinanzi alla Corte Costituzionale 33 dei 48 articoli della legge di stabilità approvata dall'Assemblea regionale nei giorni scorsi, comprese le norme sulle coppie di fatto.
Non hanno costituito oggetto di impugnativa le disposizioni relative alla proroga per i lavoratori precari, ai trasferimenti a Comuni e Province, e per il settore del trasporto pubblico. Il testo integrale del ricorso alla Corte Costituzionale è stato pubblicato sul sito www.comstasicilia.it.
Il commissario dello Stato ha impugnato la norma sulle coppie di fatto e oltre la metà della manovra finanziaria regionale siciliana. Tra le norme impugnate c'è anche l'articolo cosiddetto "salva petrolieri", con la riduzione dal 23 al 13 per cento delle aliquote sulle estrazioni. Secondo il commissario dello Stato manca la copertura per il taglio delle royalties. Inoltre c'è una previsione di incassi, "aumentata a 15 milioni", che "risulta inspiegabile". Impugnato anche l'articolo 17, la cosiddetta 'mini-tabella h', che finanzia con 262 milioni di euro alcune norme di spesa, enti e associazioni.
Tra le norme della finanziaria che passano il vaglio del commissario dello Stato per la Regione siciliana c'è la proroga e la stabilizzazione dei contratti dei 24 mila precari dei comuni siciliani. La norma era stata inserita nella manovra a conclusione di un lungo confronto tra il ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero D'Alia e il governo Crocetta. Salvi anche i trasferimenti a Comuni e Province e per il settore del trasporto pubblico.
Le norme "bocciate" dal commissario dello Stato estendevano agevolazioni, benefici e contributi previsti per la famiglia anche alle coppie di fatto e ai nuclei monoparentali, che avrebbero avuto anche gli stessi diritti in tema sanitario. In totale il prefetto, Carmelo Aronica, ha impugnato 33 dei 50 articoli della legge di stabilità, approvata dall'Assemblea regionale lo scorso 15 gennaio. A questo punto il governo si trova di fronte a due soluzioni, promulgazione della finanziaria senza le parti impugnate con un ordine del giorno da votare in aula o andare allo scontro di fronte alla Corte costituzionale, pubblicando la legge in Gazzetta con le parti cassate dall'ufficio del commissario dello Stato. La conferenza dei capigruppo aveva già fissato per domattina, alle 11, una apposita seduta parlamentare, con all'ordine del giorno ''comunicazioni in ordine all'eventuale impugnativa del commissario dello Stato sui disegni di legge di bilancio e di stabilità della Regione''.

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