So che questo editoriale a qualcuno farà storcere il naso, non sarà gradito, ma sono abituato a dire e scrivere quello che penso, a maggior ragione quando, come stamattina, tocco con le mani, le situazioni.
Lipari si è svegliata stamane tra lo sgomento e lo stupore per un evento mai verificatosi da queste parti e che ha dato adito, sin da quando la notizia si è diffusa, a timori per le ripercussioni che lo “sbarco” avrebbe potuto avere sia sul turismo, sia sulla vita di ogni giorno, in quanto si ritiene che l’isola non sia adatta, pronta ad ospitare migranti. Non una questione di razzismo, comunque, o almeno lo spero!
Tante le polemiche e le prese di posizione che hanno viaggiato, a più non posso, principalmente sui social, rimbalzando nei bar e nei punti di aggregazione.
Supposizioni, congetture, proclami basati sul nulla, su sensazioni personali, su voci che, passando da una bocca all’altra, si sono trasformate ed amplificate sino ad individuare il posto (l’ex asilo di Sant’Anna) dove “era stato deciso” di alloggiare i quarantanove. Ovviamente, come hanno dimostrato i fatti, assolutamente falso.
Il tutto, per fortuna, equamente bilanciato da chi ha anteposto, all’ipotetica gestione dei profughi, l’aspetto umanitario e dell’accoglienza.
In diversi, tra questi i responsabili dei Supermercati D’Anieri di Lipari e Spesa mia di Canneto, si sono messi in contatto con il sindaco Marco Giorgianni per dare la loro disponibilità a fornire, come poi hanno fatto, tutto quanto fosse necessario per rifocillarli.
Alcuni cittadini, addirittura, hanno portato, sin sul porto di Pignataro, capi di vestiario da donare ai profughi, caso mai ne avessero bisogno.
Grande commozione tra i cittadini presenti allo sbarco dal pattugliatore dei due neonati, piccoli batuffoli di cotone tra le braccia dei soccorritori, che li hanno accompagnati sino all’ambulanza per il loro trasferimento, in via precauzionale, all’ospedale.
E a proposito dei soccorritori un meritato plauso per l’umanità, lo spirito solidale, con cui è stata gestita l’emergenza, va a tutti, indistintamente: dalle forze dell’ordine ai medici (qualcuno fuori servizio, come il dottor Enzo Geraci, rientrato per la bisogna) e ai soccorritori del 118, dai volontari della Protezione civile comunale a quelli della Croce Rossa.
Da plauso anche la parte operativa: un meccanismo che, seppure non “oliato” per tale tipo di emergenza, ha risposto alla grande, con efficienza e in un ristrettissimo lasso di tempo….e con il cuore, quello che spesso ci manca!
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