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venerdì 3 agosto 2018

Punta da una cubomedusa, bambina italiana muore nelle Filippine

Stava raccogliendo conchiglie sulla spiaggia dell’isola di Sabitang Laya, nelle Filippine, quando è stata punta da una medusa, una cubomedusa per la precisione, che le ha provocato uno choc anafilattico mortale. Una tragedia sulla quale sono scoppiate delle polemiche nel paese asiatico dopo la morte della piccola Gaia Trimarchi, sette anni, bambina romana residente al Portuense, talento del nuoto e atleta del circolo sportivo Fitness Sporting Club 2016. Figlia di un italiano e di una filippina, la bimba si trovava proprio nel paese natio della madre per una vacanza con i parenti. E Gaia il 26 luglio scorso - ma la notizia è stata resa nota solo oggi - stava partecipando a una gita prenotata da tempo dai familiari quando si è messa a gridare disperata per il dolore, come la madre Manette ha raccontato all’Abs-Cbn News.
«Mia figlia - ha detto la madre - amava raccogliere conchiglie nell’acqua bassa, per questo all’inizio ci siamo molto sorpresi che si fosse messa a gridare in quel modo». Con la bambina c’erano gli zii e anche il suo allenatore. La piccola si è rivolta proprio alla mamma dicendole: «Che mi è successo? Ti prego non mi portare più al mare, questa è l’ultima volta». All’improvviso sono comparse bolle viola su una gamba e anche su una mano . I soccorsi sono scattati subito, ma a bordo della barca utilizzata per la gita non c’era nè il kit di pronto soccorso e nemmeno l’aceto che può essere utilizzato in un primo momento per arrestare gli effetti delle punture da medusa. La bambina è stata comunque trasferita con l’imbarcazione in 30 minuti dall’isola alla spiaggia più grande della zona, quella di Caramoan e da lì con una motocarrozzetta fino all’ospedale della località balneare. Ci sono voluti altri dieci minuti. Un tempo troppo lungo perché ormai gli effetti dello choc allergico erano devastanti. «Mi è morta fra le braccia - dice ancora la mamma - dobbiamo fare in modo che questa tragedia sia una lezione per tutti». «Aveva le pupille dilatate ed era in fin di vita», spiega un medico, Minerva Aguirre. «Eravamo pronti a somministrarle alcuni farmaci, ma non abbiamo potuto farlo perché ormai era troppo tardi. Una settimana prima è morta un’altra bimba, di sei anni, sulla stessa spiaggia».

Cosa è la cubomedusa

La cubomedusa è uno degli animali più letali al mondo  (vivono principalmente nelle acque costiere dell’Australia settentrionale e in tutto il bacino Indo-Pacifico tra cui le coste di Filippine, Thailandia, Malesia, India, Papua Nuova Guinea e Hawaii).

Le caratteristiche

L’animale è piccolo, trasparente e dotato di quattro lunghi tentacoli. Di notte si sposta verso la riva perché è attratta dalla luce. Il suo nome scientifico è Carybdea marsupialis e la sua puntura è urticante. Appartiene al gruppo dei cubozoi, lo stesso delle vespe di mare, ossia le meduse killer delle coste dell’Australia. Purtroppo essendo quasi trasparenti è molto facile imbattersi nei loro piccoli tentacoli. Alcune specie di cubozoi sono conosciute come meduse Irukandji, dal nome della sindrome che il loro contatto può scatenare ì

Choc anafilattico immediato

La Cubomedusa (nota anche con il nome Medusa Scatola, Vespa di Mare e Box Jellyfish) contiene delle tossine che attaccano il cuore, il sistema nervoso e le cellule della pelle dell’uomo pizzicato. Nonostante esista l’antidoto, una parte delle persone che ne vengono in contatto non sopravvivono. La strisciata provocata dai tentacoli, è talmente dolorosa che provoca uno choc immediato.

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