(gazzetta del sud- Salvatore Sarpi) Nuovi importanti ritrovamenti nell'area portuale liparese di Sottomonastero, oggetto nel luglio scorso di una scoperta archeologica che, stando anche a quanto continua ad emergere dai fondali, è destinata a riscrivere una parte della storia, quanto meno di quella portuale, della Lipari antica. Le immersioni dei giorni scorsi, che come vi abbiamo riferito sono state compiute da Philippe Tysseire della Sovrintendenza del mare in collaborazione con il pontone"Fioravante" che effettua i rilievi batimetrici per la Lipari porto, hanno consentito di accertare l'esistenza in quell'area di altri quattro metri di muro perimetrale, in estensione semi-circolare con ben otto basamenti che si spingono in direzione dell'attuale molo degli aliscafi.
Dal lato opposto vi sarebbero tracce ben visibili di quella che, ad una prima impressione, appare essere una stradina di collegamento con quella, ormai sembra scontato, fosse la struttura portuale dell'isola nel corso del I-II secolo a.C. Questi ulteriori basamenti (plinti di base), che vanno ad aggiungersi ai tre strappati dalla benna durante i lavori di dragaggio (poi sospesi proprio a seguito dei ritrovamenti) e agli altri tre rilevati nel luglio scorso su altezze diverse, farebbero parte di una struttura dotata di grande portico con colonne del diametro di 1 metro e venti circa. Resta ancora da definire di che edificio si tratti. Le ipotesi più accreditate fanno propendere su un portico posizionato all'ingresso del porto o su un edificio sacro o pubblico, comunque posizionato in ambito portuale. Da questo punto di vista gli archeologi, consci dell'importanza della scoperta e della necessità di riuscire a portare alla luce tutto ciò che è possibile, non hanno alcuna fretta a "dare un nome" all'edificio e preferiscono proseguire nel lavoro avviato. Un lavoro certosino, destinato, vista quella che sembra sia l'ampiezza del sito e il quantitativo di reperti da riportare alla luce, ad occupare ancora per molto tempo gli archeologi ed inevitabilmente a fare "dirottare" altrove i lavori di messa in sicurezza del porto di Sottomonastero (iniziati e sospesi dopo i ritrovamenti di luglio).
I ritrovamenti e l'importanza dal punto di vista archeologico del sito provocheranno, presumibilmente, la modifica in modo radicale anche del progetto che la "Lipari porto" prevedeva per Sottomonastero nel contesto della maxi-portualità che si vorrebbe realizzare nell'isola. Fra le possibilità che si erano paventate, prima di questo ulteriore ritrovamento e per certi versi ampliamento dell'area archeologica sottomarina, vi era anche quella che prevedeva di poter "salpare" quanto si trovava in fondo al mare e poterlo esporre, ricostruendolo, all'interno della struttura portuale che la "Lipari Porto", società costituita tra il comune e Condotte d'acqua, vorrebbe realizzare. Una ipotesi che, al momento, se dovesse essere confermata l'ampiezza e la dimensione del ritrovamento, appare sempre meno probabile. Da ricordare che la possibilità di mantenere sui fondali, abbastanza bassi, l'intera struttura ritrovata era, invece, una delle prospettive prese in considerazione dal responsabile della Sovrintendenza del mare, Sebastiano Tusa ed avallata, sin da subito, dal direttore del museo archeologico eoliano Riccardo Gullo. Il livello, abbastanza basso dei fondali su cui sono posizionati i reperti archeologici, potrebbero consentire delle escursioni subacque guidate. Si potrebbe inoltre visionare l'area archeologica dalla superficie marina attraverso le idonee imbarcazioni che permettono, attraverso un sistema di vetri, di scrutare i fondali.