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lunedì 24 novembre 2008

"Emergenza "Ginostra ed Acquacalda. Le ultimissime dalla Gazzetta del sud di oggi

Ieri sopralluogo della Protezione civile della Provincia e della Prefettura. Ripresi a singhiozzo i collegamenti con il resto delle Eolie
Ginostra isolata, provviste con l'elicottero?
Gli abitanti chiedono gommoni per poter temporaneamente raggiungere Stromboli
Salvatore Sarpi Gianluca Giuffrè
Hanno concesso una tregua le avverse condizioni meteo consentendo i collegamenti con Stromboli, Panarea (via Napoli) e con Vulcano, Lipari e Salina (via Milazzo e viceversa). Isolate restano Ginostra (anche per via del pontile in larghissima parte spazzato via dalla furia del mare) e le più remote Filicudi ed Alicudi.
Rotto l'isolamento è il momento di un primo bilancio dei danni. Non mancano ovviamente le polemiche, e le prese di posizione, sui due avvenimenti più eclatanti: la semidistruzione del pontile di Ginostra e il crollo, con conseguente sprofondamento in mare, della parte centrale del pontile dell'Italpomice ad Acquacalda. Frazione nella quale i problemi cominciano a diventare sempre di più e che investono il borgo dalla parte alta sino al lungomare.
Per quanto riguarda Ginostra l'ennesima "aggressione" del mare in tempesta al pontile di Protezione civile, con contestuali consistenti danni, ha "riesumato" dubbi e perplessità sulla decisione di ubicare il pontile in quella zona e non da tutt'altra parte, ovvero in aree ritenute da sempre più sicure e idonee. Il denaro "buttato in mare" per l'opera originaria, e per i frequenti interventi di rifacimento e ristrutturazione dopo le mareggiate, è al centro di tutte le discussioni e c'è chi ipotizza (e non soltanto da Ginostra) di chiedere l'intervento degli organi competenti per verificare se tutto sia stato fatto come si doveva. E se Ginostra piange, a ridere non è certamente Acquacalda dove il "crollo" del pontile dell'Italpomice viene letto come l'ennesimo evento annunciato, susseguente a quello della Provinciale e significativo dello stato di abbandono della fraziones. A non restare inermi davanti alla «morte del nostro borgo di Acquacalda» invita, con una nota spedita a tutti gli associati, ma anche a tutti i cittadini della borgata, il dottor Marco Saltalamacchia, presidente di "Bmw Italia", originario della cittadina e presidente dell'associazione "Amici di Acquacalda". "La furia degli elementi non fa altro che mettere a nudo le responsabilità di chi, in tanti anni di colpevole trascuratezza, non ha fatto altro- ha scritto- che creare le condizioni per questo disastro annunciato. Non è possibile fare uso del nostro atavico fatalismo isolano per accettare l'inesorabilità di questi fatti, occorre reagire e subito. Ciascuno dei fatti avvenuti era stato segnalato ed è puntualmente avvenuto".
Intanto, come detto, la frazione di Ginostra continua a restare isolata. Nel piccolo borgo ai piedi dello Stromboli è da quattro giorni che non attracca nessun mezzo. Gli unici due negozi di generi alimentari sono chiusi e cominciano a scarseggiare i viveri di prima necessità. Anche se le condizioni meteo nei prossimi giorni saranno buone, difficilmente potranno attraccare aliscafi e navi nella frazione a causa degli ingenti danni che hanno semidistrutto il molo rendendolo completamente inutilizzabile. Per constatare l'entità del danno alla struttura portuale ieri, in tarda mattinata, a Ginostra è giunto un elicottero per un sopralluogo. A bordo vi erano alcuni funzionari tra cui l'ing. Bruno Manfrè della Protezione civile provinciale(nella foto in alto) ed un funzionario della Prefettura di Messina.
Adesso, fino a quando non sarà ricostruito il porto di Ginostra, bisognerà trovare una soluzione temporanea per collegare la frazione al resto del mondo. I ginostresi hanno chiesto l'istituzione di un servizio a mezzo gommoni che colleghi l'abitato al centro principale di Stromboli ed il contestuale ripristino del servizio "rollo", la famosa barchetta che, in passato, collegava Ginostra ai mezzi di linea ancorati in rada.
Già nelle prossime ore, infine, potrebbe giungere un elicottero per permettere il cambio medico e l'arrivo dei generi alimentari.