È ancora isolato l'arcipelago eoliano dopo le violente mareggiate abbattutesi nella giornata di ieri. Fino ad ora tutti fermi i collegamenti marittimi per Lipari, Vulcano, Salina, Panarea, Alicudi, Filicudi, Stromboli e Ginostra. Se le condizioni meteomarine miglioreranno a prendere il largo difficilmente saranno gli aliscafi ma si potrebbe effettuare qualche corse delle navi sulla rotta Milazzo-Lipari-Vulcano- Salina e viceversa.
Ma ieri a destare grande preoccupazione ed allarme sono stati soprattutto i gravi danni riportati da alcune strutture. Ad Acquacalda di Lipari lo storico pontile di carico dell'Italpomice, una delle ex aziende pomicifere delle Eolie, si è schiantato sotto l'urto dei marosi: alle 12.30 la struttura si è piegata su stessa sprofondando in mare.
Ma a Ginostra, frazione dell'isola di Stromboli, per molti aspetti, è andata ancora peggio. Prima il mare ha inghiottito e fatto scomparire tre imbarcazioni dal molo di Pertuso, poi ha completamente distrutto il nuovo porto di protezione civile fino a lambire e scavare il costone su cui poggia l'intero abitato. Oltre otto milioni di euro sono andati completamente in fumo per un'opera probabilmente concepita e realizzata male, e diventata una vera e propria tela di Penelope a causa dei continui finanziamenti per interventi di messa in sicurezza che, ieri, non sono serviti a niente. Sempre più esasperati gli abitanti del borgo quasi mai ascoltati i quali, in pochi minuti, hanno visto precipitare come un fuscello l'infrastruttura portuale per la quale si erano battuti per un ventennio. Sulla vicenda è intervenuta l'associazione nazionale Marevivo, sezione di Stromboli, che preannuncia un dettagliato esposto in Procura: «La distruzione del pontile di Ginostra non è opera della natura ma dell'uomo. Ci riferiamo alle modalità ed ai ritardi dei lavori di messa in sicurezza dell'opera e in particolare al mancato riempimento dei cassoni con le infiltrazioni di cemento».