Comunicato stampa: ecco perché non parteciperemo al consiglio comunale di lunedì 19 gennaio.
Desideriamo innanzitutto scusarci con la cittadinanza, che ieri(venerdi ndr) si attendeva un gesto di rispetto da parte del consiglio comunale e la possibilità di assistere in forma adeguata al dibattito; possibilità che, nonostante la richiesta del trasferimento dei lavori nella più capiente sala del palacongressi, è stata negata con l’astensione dei consiglieri di maggioranza, che hanno addotto futili motivazioni.
Riguardo al dibattito, rileviamo come – ieri più che mai – le tesi sostenute dal sindaco abbiano rivelato una strategia “istituzionale” tardiva e contraddittoria, e come tale non più credibile. Non comprendiamo come ci si possa dichiarare soddisfatti per i risultati degli incontri che il primo cittadino ha avuto a livello europeo, nazionale e regionale, quando questi non hanno in realtà prodotto alcun elemento tangibile a supporto delle richieste contenute nell’o.d.g. approvato dal consiglio comunale il 5 gennaio scorso.
Un bilancio realistico della situazione non lascia molti argomenti all’ottimismo: il ministro Matteoli, che redarguisce la Siremar ma non ottiene nemmeno il ripristino della linea C2-C6 e il ritorno della m/n “Isola di Stromboli”, promette fondi-tampone che – a dieci giorni di distanza – non ci è dato sapere se e dove verranno reperiti, e in ogni caso si guarda bene dal condividere, anche con un accenno, la nostra tesi sul nodo fondamentale della questione, che è e resta lo scorporo della Siremar dalla Tirrenia; i deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana si dimostrano talmente sensibili verso le nostre richieste da votare un o.d.g. che – palesemente e tragicamente – le boicotta, e sposano appieno le istanze del comune di Pantelleria che ha imboccato un’altra strada, quella dei bandi di evidenza pubblica, antitetici al nostro obiettivo del mantenimento delle tratte attraverso una compagnia, sia essa regionale o mista statale e regionale; ma soprattutto, ieri giunge dall’Unione Europea un attendibile e perentorio diniego alle ipotesi di proroga per la Tirrenia e le sue collegate. Dove sono, allora, questi interlocutori bendisposti e attenti ai problemi delle Eolie che il sindaco, ancora ieri sera, ci raccontava di avere incontrato?
E soprattutto, come credere a un passaggio degno di sublime arte oratoria, “ci batteremo per lo scorporo fino alla morte”, mentre qualche istante dopo il suo autore lo svuota di significato aggiungendo che è però necessario mettere a punto un “piano alternativo” per attenuare il disastro che si profila all’orizzonte?
No, noi ci rifiutiamo di condividere queste strategie confuse e improvvisate all’insegna di un poco credibile pragmatismo. La sensazione diffusa è quella di assistere a giochi già fatti e confezionati, a danno dei nostri trasporti marittimi e della possibilità di mantenerli attraverso una compagnia pubblica. Lo si comprende chiaramente nelle dichiarazioni del dirigente regionale Falgares (16/01/09 al TgWeb): “il timer di Bruxelles per fermare Tirrenia è partito già nel 2004 e tutti sapevano che alla fine dell’anno appena trascorso non sarebbe stato possibile fare più nulla. Per Siremar arriverà una breve proroga … ma resta il colpevole ritardo accumulato in questi anni”; lo si legge esplicitamente nel diniego della UE a qualsiasi proroga per la Tirrenia, che si abbatte come una mannaia sui nostri trasporti marittimi solo perché la superficialità del governo centrale, di quello regionale e dell’amministrazione comunale hanno fatto in modo che nessuno pretendesse – a chiare lettere e in tempi ragionevoli – il preventivo scorporo della Siremar. Come è possibile che un sindaco, vicepresidente nazionale e responsabile del settore trasporti dell’ANCIM, non abbia avuto la prontezza di intervenire quando c’era ancora tempo per una soluzione ragionata e pianificata?
Il sindaco invoca oggi l’unità della cittadinanza, mentre la sua maggioranza l’accusa di essersi fatta sobillare e strumentalizzare nella protesta, come se la gente fosse priva della capacità di mobilitarsi autonomamente di fronte a un disastro annunciato, o addirittura come se fosse dotata di poca intelligenza, affermazione che qualcuno – inadeguato a ricoprire il ruolo istituzionale che riveste – si è permesso di esternare ieri, lasciando la cittadinanza pigiata fuori dalle transenne. L’unità della cittadinanza per la difesa dei propri diritti però non si prenota su ordinazione: è un fatto spontaneo, che si cementa per arginare disastri che altri hanno procurato, o colpevolmente sottovalutato.
Non è questo il momento di predisporre piani alternativi, né di votare ulteriori documenti, che equivarrebbero a mostrare segni di debolezza e a sottoscrivere preventivamente la cambiale di una sconfitta. Per noi vale un solo documento, quello proposto da un comitato civico e votato all’unanimità dal consiglio comunale nella seduta del 5 gennaio, dove si chiede con chiarezza lo scorporo della Siremar quale unica, seppur tardiva, via d’uscita da questa tragica situazione. Ciò che non dovesse rispettare tale deliberato nelle sue parti essenziali, rappresenterebbe una sconfitta, una sconfitta che rigettiamo, perché rende sempre meno credibile chi la propone come scappatoia e perché ha precise responsabilità politiche.
Per queste ragioni intendiamo non partecipare al consiglio comunale di lunedì 19 gennaio. Lo facciamo innanzitutto per rispetto della gente, che si attende la prosecuzione di una trattativa lungo la strada stabilita dal deliberato del 5 gennaio, e dei lavoratori della Siremar, che vedono il loro futuro sempre più incerto in un gioco dove sembrano finora prevalere le logiche della privatizzazione e gli interessi di chi ha favorito tale situazione.
I consiglieri comunali di Eolie nel Cuore, Nuovo Giorno e UDC.